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Code ai caselli. Rischio al rientro dal Ponte del 2 giugno, causa sciopero

Possibili code ai caselli, per la concomitanza del rientro dal ponte con lo sciopero proclamato per domani

Roma – Rischio di code ai caselli per il rientro dal ponte del 2 giugno: domani dalle 10 alle 14 e dalle 18 fino alle 2 del mattino di lunedì ci potranno essere disagi per lo sciopero nazionale dei lavoratori del settore autostradale indetto da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sla. I sindacati hanno proclamato 4 ore di sciopero per ogni turno, nelle giornate del 5 e 6 giugno, per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto da cinque mesi.

Durante lo sciopero i varchi con pagamento solo manuale potranno essere chiusi per l’assenza degli esattori mentre rimarranno regolarmente aperti i varchi con cassa automatica e quelli riservati ai clienti Telepass. Autostrade per l’Italia ha fatto sapere che saranno comunque garantiti i servizi di assistenza al cliente, con la presenza di personale della Viabilità di Autostrade per l’Italia sulle tratte maggiormente trafficate e il funzionamento degli impianti per il pagamento del pedaggio che, si ricorda, è dovuto per legge.

I sindacati in una nota hanno lamentato che “le aziende hanno sostenuto sin dall’inizio una tesi bizzarra, mutuata dalla parte più retriva di Confindustria, Federmeccanica, in base alla quale, secondo calcoli non meglio identificati, i lavoratori di autostrade invece di vedersi aumentare le loro retribuzioni avrebbero dovuto dare dei soldi indietro alle aziende. Tale tesi non tiene assolutamente in conto che le modalità con cui si è definito il precedente rinnovo contrattuale è stato frutto di mediazioni, cinque rate nel triennio, cancellazione dell’indennità di trasferta e via elencando, e soprattutto che i conti del sindacato per gli aumenti retributivi non coincidevano con quelli fatti allora dalle aziende”.

“Nella trattativa per il rinnovo del ccnl – sottolineano le organizzazioni sindacali – le parti datoriali ci hanno chiesto la sterilizzazione degli aumenti dei minimi contrattuali, la revisione dell’indennità maneggio denaro, la revisione in pejus delle ferie e l’applicazione integrale del Jobs Act. Tutto questo in un settore che dal 2010 al 2014 ha visto aumentare il valore aggiunto di oltre il 20% e il margine operativo lordo in maniera costante; anche gli utili sono in forte crescita, addirittura per alcune aziende di oltre il 30% rispetto al 2010, con una redditività media del capitale investito (Roe), vicina al 10%, con punte del 31%”. I lavoratori – concludono i sindacati – scioperano “per ragioni esclusivamente economiche e di ingiustizia, perché è profondamente ingiusto che aziende come quelle autostradali, con i risultati economici che hanno, si rifiutino rinnovare il contratto di lavoro”.

(AGI)