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Anche Di Maio tra i “furbetti” del Parlamento…

Un esercito di parlamentari in libera uscita che non partecipano ai lavori d’aula, ma che però si premurano di farsi pagare come se invece fossero presenti. Il “trucco” è quello della missione.

Si tratta di un istituto previsto dal Regolamento della Camera (art. 46 comma 2) che così recita: “I deputati che sono impegnati per incarico avuto dalla Camera, fuori dalla sua sede o, se membri del governo, per ragioni del loro uffico, sono computati come presenti per fissare il numero legale”.

Ciò fa sì che oltre allo stipendio di parlamentare si percepisca, per intero, anche la diaria, ovvero il contributo per le spese di soggiorno a Roma: 3500 euro.

Capita però che lo strumento della “missione” venga utilizzato anche per attività che spesso non hanno nulla a che vedere con il Parlamento.

Capita soprattutto che, ad utilizzare questo strumento, sia anche chi va in piazza ad urlare a squarciagola “onestà, onestà”. Il Fatto Quotidiano (che di certo non si può definire il giornale del PD) scrive infatti che tra quelli che hanno collezionato più missioni c’è “il Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, pizzicato in missione tra i banchetti del NO”.

Tra l’altro, proprio il Fatto Quotidiano sottolinea anche un altro aspetto su cui è necessario fare luce: Di Maio, ha l’88% di presenze in Parlamento, ma il 55% è costituito proprio da missioni…