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Berlusconi pianse con la Clinton: “Perché parlate male di me?”

I giudizi poco lusinghieri espressi dai diplomatici Usa nei confronti di Silvio Berlusconi, contenuti nei documenti top secret resi pubblici da Wikileaks, fecero “letteralmente piangere” l’allora premier italiano. A raccontarlo è Hillary Clinton, secondo quanto emerge dalla trascrizione di una sua chiacchierata ‘off the record’ con il ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, durante una convention della banca in Arizona, il 29 ottobre del 2013, dopo aver lasciato il suo incarico di segretario di Stato. Berlusconi non viene mai citato esplicitamente, ma “l’accento italiano” imitato dalla Clinton nel riferire l’episodio, lascia pochi dubbi, così come il “Silvio” con il quale Blankfein ribattezza scherzosamente la Clinton durante il suo racconto. La trascrizione della chiacchierata con Blankfein è contenuta in un allegato ad una delle email sottratte al capo della campagna della Clinton, John Podesta, diffuse sabato da Wikileaks. La Clinton, prima di iniziare il suo racconto, si assicura che in platea, al di là di quelle dei banchieri presenti, non vi siano orecchie indiscrete. “Okay, ero segretario di Stato quando ci fu Wikileaks. Vi ricordate la debacle. Vengono esposti centinaia di migliaia di documenti. Mi tocca andare a fare il giro delle scuse. Avevo una giacca come se fosse il tour di una rock star. The Clinton Apology Tour”, racconta la Clinton.

“Mi dovetti andare a scusare con chiunque fosse stato in qualche modo descritto nei documenti in maniera meno che lusinghiera. E fu una cosa dolorosa. Leader di cui non farò i nomi, che erano stati descritti come vanitosi, egotisti e affamati di potere…”, prosegue la Clinton. “Sicuro”, sottolinea Blankfein. “… Corrotti. E noi sapevamo che lo erano. Questa non era una finzione. E io dovevo andare da loro a dire: sai, i nostri ambasciatori, certe volte si lasciano trasportare, pensano di essere dei romanzieri. Partono per la tangente. Che dire. Ho visto uomini adulti mettersi a piangere. Intendo dire, letteralmente. ‘Come, io sono un amico dell’America, e voi dite quelle cose su di me'”, dice la Clinton entrando nel vivo del suo racconto. Blankfein a quel punto fa notare all’ex segretario di Stato, “Questo è un accento italiano”. La Clinton replica, “un po’ di senso dell’umorismo”. E Blankfein di rimando: “A quel punto tu hai detto, Silvio…”. La trascrizione si conclude con la notazione delle “risate” che si sentono in sala. (Mli/AdnKronos)