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Dolce e Gabbana: un anno fa le pistole, oggi la Bellezza. Basterà?

“È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?” F. M. Dostoevski, L’Idiota

C’è una zona di Napoli, quella che corre giù da San Biagio dei Librai fino a Forcella, un reticolato di vicoli che trasudano storia millenaria, che da tempo grondano sangue e puzzo di camorra. Quegli stessi angoli di Città per qualche giorno sono stati strappati ad un destino infame e riconsegnati alla dignità, la dignità che si ritrova nella bellezza, nei sorrisi, nell’Arte di una Napoli che non ha bisogno di nulla, se non di ritrovare l’amore per se stessa. Allontanare una visione piagnona e imbolsita da una pseudo-borghesia che le ha cucito addosso l’abito scuro sopra quello della festa.

Poco più di un anno fa, in Via Oronzo Costa, un ragazzino, un baby boss, Emanuele Sibilio, veniva trucidato ed abbandonato lungo la strada. Una lunga e feroce guerra di Camorra sarebbe seguita di lì ed in pochi mesi.

Via Oronzio Costa dista poche centinaia di metri dal palcoscenico naturale di questa due giorni in cui D&G hanno preferito Napoli ad una qualsivoglia metropoli globale della moda.

Che siano scelte di marketing, che siano mirate campagne atte ad accrescere gli introiti e la visibilità di chi le promuove non rileva ai fini di un dato che appare evidente. Un anno fa quei vicoli si macchiavano di sangue e vergogna ed una delle zone più tracimanti di Bellezza di Napoli veniva mostrata al mondo per la violenza della morte. Appena il Natale precedente, gli stessi Decumani, affollati come non mai, erano proscenio di una una sparatoria a cielo aperto: nei pressi via San Biagio dei Librai, un furgone che correva verso via Duomo veniva braccato da alcuni motorini, con i malviventi che armati di pistole ed a volto coperto sparavano tre volte. Momenti di terrore tra turisti, bancarelle e shopping natalizio. Nessuno perse la vita ma ricordo ancora l’esatta percezione di un pezzo di territorio ormai perso al controllo dello Stato e che cedeva il passo senza alcuna resistenza alla ferocia criminale.

Strade, che nei ricordi degli anni dell’Università, debordano di meravigliosa e romantica nostalgia. Immaginarle predate dalla camorra, dal sangue, da baby paranze criminali ha di molto saccheggiato le nostre migliori memorie.

Per questo motivo ad un anno di distanza anche la semplice percezione emotiva che quello stesso pezzo di Città abbia ripreso a pulsare di vita e di Bellezza è un motivo di pacata serenità. Che le immagini diffuse di allegria, colori, profumi, musiche ad incunearsi tra “vasci” e “vicoli” nascosti al sole e ai panni appesi, abbiano viaggiato nel mondo sopra il rumore sordo degli spari e l’odore acre del sangue.

Certo non spetta a due famosi stilisti riconsegnare angoli di questa Città alla vita. Non sarà una due giorni di impressionante e sobria bellezza a cassare gli orrori di questa Città. Ma una cosa è assolutamente reale: Napoli è molto più bella stasera. Esattamente un anno fa, nelle stesse strade, il rumore sordo delle pistole. Oggi la malcelata malinconia di una festa finita e di una speranza ritrovata da custodire per quando, come sarà, verranno ancora pagine tristi, per reagire contro quella enorme montagna di merda che vuole sempre tornare a galla.