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Prima gli italiani: perché anche la satira italiana può far schifo

Domenico Lettiero – L’altro giorno ho scritto della vignetta di Charlie Hebdo suggerendone una possibile interpretazione, la critica al ritardo dei soccorsi. Nei giorni immediatamente successivi alla tragedia l’onda emotiva dell’entusiasmo per il ritrovamento di alcuni superstiti ha messo completamente a tacere l’argomento. Ma oggi, 22 gennaio, i giornali nazionali hanno cominciato a sviscerare i fatti, ricostruendo nei particolari una chiamata arrivata subito dopo la valanga alla quale un’operatrice della protezione civile ha risposto: “Ancora questa storia? Abbiamo verificato, abbiamo sentito l’albergo, la notizia è stata smentita, è una delle tante bufale di questi giorni.”

Ma, a netto delle interpretazioni possibili della vignetta, la massa ha preferito inveire contro un giornale “straniero” che si è permesso di parlare di “casa nostra”.

I giornali di oggi, oltre a ricostruire i fatti di cui sopra, riportano anche tre editoriali molto interessanti, perché accomunati dal medesimo topic: “prima gli italiani”. Belpietro su “La verità“, Pietro Senaldi su “Libero” e Guglielmo Federici sul “Secolo d’Italia“. Giornali di riferimento di certa destra italiana che riprendono molto originalmente il “gli americani prima di tutto” di Trump.

Tutto molto ordinario, direte. Si, ma c’è stato un altro elemento che mi ha indotto a mettere ancora le mani sulla tastiera questa domenica mattina: una vignetta di Ghisberto, eccola:

Una vignetta molto meno criptica di quella di Charlie Hebdo, ma, a mio parere, molto più discutibile. Perché sminuisce, semplificando fino all’estremo per arrivare alla pancia del lettore, ben due tragedie: quella dei terremotati e quella dei rifugiati.

L’obiettivo della satira dell’autore sono i politici, non le vittime, certo. Ma le vittime sono uno strumento per mandare un messaggio politico chiaro, poco velatamente razzista e assolutamente sbagliato nei fatti visto che i fondi con cui le due emergenze (terremotati e rifugiati) sono gestite non sono affatto accomunabili e vengono da fondi diversi.

Perché la massa, in questo caso, non si è scandalizzata? Perché strumentalizzare le vittime del terremoto e i rifugiati politici che scappano da guerre non indigna l’italiano medio?

Perché, in questa vignetta, vengono prima gli italiani. I rifugiati, oltre ad essere vittime della stessa strumentalizzazione dei terremotati sono anche caratterizzati in senso negativo: sono privilegiati che vivono nell’hotel “Bellavita”, che tolgono agli italiani quello che spetterebbe loro per diritto di nascita.

E quindi va benissimo questa vignetta, non offende nessuno, anzi offende i neri che, si sa, puzzano e sono rumorosi.

E che fa se i terremotati sono strumentalizzati per veicolare un messaggio politico ben preciso con una banalità da vignetta disegnata sui banchi di scuola tra un’ora di lezione e l’altra.

Seguirò anche io, oggi, la lezione di Trump: “prima gli italiani” anche nella satira, facciamo schifo prima noi