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Capossela, il mondo è aperto alla musica ma non agli uomini

Vinicio Capossela parla del suo ultimo tour: radici, frontiere e contemporaneità

“Quello di Polvere è un concerto che ci collega alle nostre radici, e le fa affiorare nel mondo contemporaneo. Un mondo di frontiere grandemente aperte per la musica, ma tragicamente chiuse per gli uomini”. Vinicio Capossela descrive così il suo tour, tra musica e attualità, che ha preso il via l’altroieri sera dall’Auditorium Parco della Musica a Roma e che propone i brani del suo nuovo doppio album Canzoni della Cupa, uscito a maggio (La Cupa/Warner Music). Uno spettacolo caratterizzato, come è tradizione di Capossela da 15 anni a questa parte, da una produzione di deciso impianto teatrale e da una connotazione scenica originale: una rappresentazione del mondo rurale e folclorico evocato dalle canzoni del disco.

Il concerto della Polvere – continua il cantautore, che ha voluto dividere il tour in due parti, Polvere e Ombra, come già fatto anche per il disco – evoca la cultura della terra, il senso della festa, il sudore, la fatica, il sole nel pomeriggio, la tavola imbandita, l’aia in cui ballare per lo sposalizio, ma anche i paesi vuoti, i binari abbandonati. Tutto un tipo di umanità che ri-conosciamo per senso di appartenenza. La sostanza della Polvere è di timbri forti, marcati e netti che uniscano in forma di quadri i blocchi di cui è costituita la materia emotiva del concerto: e cioè l’ancestrale, l’arcaico, il folk, la serenata, la ballata, la frontiera, la fiesta y feria, e la mitologia”. Il concerto è imperniato soprattutto sulle Canzoni della Cupa, la loro parte più adatta all’aria aperta, ma trovano spazio anche vecchie canzoni “in forma di accappanti, i non invitati più ingombranti alle feste di sposalizio”. E allora ecco scorrere le note del tellurico Santo Vito (Il ballo di San Vito), il Camminante (Camminante), il Re della cantina (Che coss’è l’amor), la Pena dell’anima (Pena del alma), il Maragià (Maraja), il Veglione di Ciccillo ristorante (Al veglione), l’Uomo Vivo (L’uomo vivo, il Camposanto in Marcia (Marcia del Camposanto). Tra le sorprese riservate al pubblico anche Ovunque Proteggi e la trasformazione di Capossela in cantante folk alle prese con chitarre e fisarmonica, “tra fuochi accesi e fuochi da accendere”, perché nella visione dell’artista “qualcosa lo mettiamo noi, altro lo mette chi viene al concerto”. Alla Polvere stiva seguirà la versione autunnale “Ombra”. “I concerti teatrali daranno spazio a un repertorio diverso, legato al lato in Ombra del disco, il lato lunare, il lato dello sterpo e dei fantasmi. Il lato degli ululati e dei rovi, dei rami che contro luna danno corpo alle creature che si fanno vedere da uno solo alla volta per sfuggire alla classificazione zoologica. Quello dell’Ombra è il lato delle creature della Cupa, del pumminale, del cane mannaro, della bestia nel grano, creature che prendono vita nelle canzoni. Il lato dei mulattieri che rubano legna la notte, il lato delle fughe d’amore. Il lato delle apparizioni”.

Dopo Roma, il Polvere tour ha fatto tappa ieri, a Milano. Le date successive saranno: l’11 luglio a Marostica (Vicenza), il 13 luglio a Lucca, il 15 luglio a Villafranca (Verona), il 16 luglio ad Asti, il 19 luglio a Brescia, il 20 luglio a Collegno (Torino), il 24 luglio a Sogliano al Rubicone (Forlì-Cesena), il 29 luglio a Cagliari, il 5 agosto a Bolgheri (Livorno), il 6 agosto a Civitanova Marche (Macerata), il 9 agosto a Pescara, il 13 agosto a San Pancrazio (Brindisi), il 18 agosto a Soverato (Catanzaro), il 20 agosto a Palermo, il 21 agosto a Taormina, il 29 agosto a Empoli, il 3 settembre a Reggio Emilia e il 4 settembre a Treviso.

(ansa)