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Gigi D’Alessio in tribunale: “Finalmente una giuria di qualità”

Poco più di mezz’ora, tanto è durato l’interrogatorio di Gigi D’Alessio, sentito come testimone nel processo in cui è imputato Nunziante Camarca uno dei tre poliziotti del commissariato di Marcianise accusati di aver avuto legami con elementi del clan Belforte.

D’Alessio e’ stato convocato insieme al suo manager Giovanni Tramice per ricostruire i rapporti intrattenuti in particolare con uno dei tre agenti, il sovrintendente della Polizia di Stato Alessandro Albano (già condannato in abbreviato a sei anni di carcere). D’Alessio, rispondendo in un’aula gremita di avvocati e curiosi alle domande del pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi e del presidente del collegio giudicante Maria Francica, ha confermato in toto quanto dichiarato nell’audizione alla Procura di Napoli dell’ottobre 2015, ha ammesso che:

“Albano veniva spesso ai miei concerti e ad altri eventi, era presente nel backstage, ma non ha mai fatto parte del mio staff, ne’ ha mai chiesto soldi. Di certo si proponeva spesso per darci una mano, con un atteggiamento quasi invadente, e, come un maestro d’orchestra, impartiva ordini ai vari colleghi“.

L’artista ricorda poi anche la circostanza che Albano si recò con il suo staff negli Usa e in Canada per una tournee nel febbraio 2011:

“Fu mio nipote Francesco a chiedermi se Albano poteva aggregarsi al gruppo, visto che non era mai stato in Nord America. Ebbe viaggio, vitto e alloggio gratis“.

Prima di andarsene, ha fatto una battutina, riferendosi alla polemica scatenata dopo l’esclusione dal Festival di Sanremo: “Finalmente una giuria di qualità”