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Giovani e sanguinari: ecco i nuovi boss della camorra napoletana

Giovanissimi, spietati e figli o nipoti dei boss detenuti: questo il profilo dei nuovi ras della camorra.

Il figlio maggiore ancora in libertà sale sul trono” una regola stabilita, a suo tempo,  dal padrino di Secondigliano, Paolo Di Lauro sanguinario boss della camorra partenopea. Poi la guerra, il sangue, oltre 100 morti in pochi anni, i vincitori, i vinti e il trono che dai Di Lauro passa agli Amato-Pagano, il sodalizio che prende il nome dai 2 luogotenenti divenuti boss, Raffaele Amato e Cesare Pagano. La nuova era criminale porta una nuova bandiera e delle  nuove regole, soprattutto nella linea di sangue al comando. Le nuove regole impongono che i reggenti pro tempore possono avere un nome diverso da quello della famiglia ma i capi no. Quelli devono avere lo stesso sangue dei boss. E così, negli ultimo 8 anni, durante i quali sono stati inflitti colpi duri al cartello camorristico -come quello dell’operazione C3 del 2009 che portò a  72 arresti tra ras e gregari del clan Amato-Pagano– si è passati dalla gestione di Mariano Riccio a quella di  zia Rosaria Pagano, fino a quando, nella notte dello scorso  gennaio  videro  stringersi le manette ai polsi di quest’ultima. Secondo gli inquirenti, a quel punto il testimone è passato nelle mani di un minorenne della famiglia. Per forza maggiore dunque, il clan ha partorito baby boss che hanno il compito di guidare il clan fino a data da destinarsi. Una ascesa, questa dei nuovi ras,  favorita non soltanto dalla appartenenza alla famiglia ma anche dalla gavetta fatta sotto personaggi di spicco dell’organizzazione. In una delle ultime ordinanze, si legge che Rosaria Pagano si sarebbe recata presso l’abitazione di Mauriello per discutere di un episodio in cui era rimasto coinvolto il giovane boss, verificatosi la notte precedente. Si trattò di una lite avuta con un giovane di colore che “lavorava” come parcheggiatore abusivo all’esterno di un’attività. Nel corso della lite, il  giovane boss e avrebbe colpito il giovane di colore con il calcio della pistola e quest’ultimo, gravemente ferito, si sarebbe dato alla fuga. Il titolare dell’esercizio avrebbe poi rassicurato Mauriello garantendogli che i filmati delle telecamere di sorveglianza sarebbero spariti.