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Libia – Reuters: “gruppo armato guidato da ex mafiosi impedisce che i migranti si imbarchino verso l’Italia”

Sempre secondo la stessa agenzia: alcune fonti dalla città libica dicono che il calo improvviso degli arrivi è stato causato dalla comparsa di un nuovo gruppo che impedisce ai migranti di imbarcarsi, anche rinchiudendoli. Il gruppo “lavora sul terreno, sulla spiaggia, per impedire che i migranti si imbarchino verso l’Italia”, dice un attivista della società civile che preferisce restare anonimo.

Questo, quindi, spiegherebbe il calo del numero degli migranti arrivati in italia a luglio: -57% rispetto a giugno secondo Frontex, che aveva individuato alcuni fattori. Dopo che nel 2015 c’è stata una sollevazione contro i trafficanti a Zuwara, Sabrata è diventata il principale punto di imbarco. L’Italia punta a stringere con la Libia un accordo simile a quello stipulato dalla Ue con la Turchia l’anno scorso, che ha fatto diminuire fortemente l’arrivo di migranti attraverso la Grecia e i Balcani. A luglio sono sbarcati sulle coste italiane 11.193 persone, contro le 23.552 durante lo stesso periodo del 2016. Il risultato, secondo il governo, è la conseguenza dell’accordo di collaborazione raggiunto con il governo di Tripoli di Fayez al-Sarraj, riconosciuto e appoggiato dalle Nazioni Unite, per il quale il governo italiano si è impegnato a fornire assistenza, addestramento e nuovi mezzi per la Guardia Costiera libica che, oggi, pattuglia le acque di fronte alle coste occidentali del Paese.

La fonte dell’agenzia afferma che :

il gruppo è composto da centinaia di civili, poliziotti, esponenti militari.

Secondo un’altra fonte si sta conducendo:

una campagna molto forte lanciata da un ex boss della mafia che segue da vicino le attività dei trafficanti.

Quindi centinaia di persone stanno portando avanti una campagna lanciata da questo ex membro di una non meglio specificata “mafia” che oggi è alla guida del gruppo armato.Il suddetto gruppo dispone di un centro di detenzione per migranti tornati indietro o strappati ai trafficanti: ci sarebbe anche una foto in cui si vedono centinaia di migranti seduti sulla sabbia di fronte a alto muro. Qui vengono rinchiusi i migranti che vengono bloccati prima della partenza. Inoltre, pare che stia cercando legittimazione e sostegno finanziario dal governo di Tripoli – governo che, di fronte alla richiesta di spiegazioni da parte dei giornalisti britannici, non ha voluto rilasciare dichiarazioni – sostenuto dall’Onu, con cui alcuni paesi europei hanno cercato di mediare un accordo per contenere la partenza di migranti. Secondo una terza fonte il gruppo verrebbe chiamato “Brigata 48”, ma  altre fonti non lo confermino. Sta di fatto che Alcuni migranti soccorsi in mare la settimana scorsa hanno confermato che la situazione a Sabrata è mutata, ha detto un portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni che ha intervistato persone sbarcate a Trapani. Questo il commento del portavoce Flavio di Giacomo:

Dicono che era molto difficile partire da Sabrata. C’era gente che bloccava le barche prima della partenza, e se uscivano in mare venivano rimandate subito indietro

C’è da considerare, alla luce di questo, che nelle ultime settimane c’è stata una stretta sul traffico di migranti dal Bangladesh e dal Nord Africa all’aeroporto Mitiga di Tripoli, dopo che una milizia che controllava il vero e proprio commercio è stata cacciata da un gruppo armato alleato del governo all’inizio di luglio, secondo funzionari libici ed europei. Resta il problema, in Libia, della mancanza di un’autorità centrale: questo ha comportato che i trafficanti si adattassero e le rotte cambiassero. Il governo di Tripoli ha scarso controllo sui gruppi armati nella Libia occidentale, e nessun potere sulle fazioni che controllano la zona orientale del Paese.La fonte della società civile da Sabrata dice che il nuovo gruppo potrebbe smettere di operare se non ricevesse sostegno da Tripoli.

In Libia sono centinaia di migliaia i migranti che aspettano di poter partire. E a Sabrata la nuova situazione potrebbe non durare. Proprio la REUTERS conferma – tramite le parole di    Chris Catrambone, cofondatore dell’associazione Migrant Offshore Aid Station (MOAS) – che la settimana scorsa i trafficanti hanno iniziato a usare per le partenze una zona a est di Tripoli, vicino ad Al Khoms: tre grossi gommoni sono partiti dall’est,mentre sono una piccola imbarcazione con a bordo 26 persone è stata ritrovata a ovest di Tripoli. In conclusione il  potere delle reti di trafficanti non verrà meno fino a che non vi sarà, come afferma un diplomatico:

una fonte legittima di ordine

E parlando della situazione mutata all’aeroporto di Tripoli e paragonando la situazione a un vaso rotto:

Rincolliamo un vaso ma il resto è in mille pezzi