Leggendo le parole di Gentiloni, a seguito dei bombardamenti di Trump, viene quasi da chiedersi se siano state tradotte dal tedesco all’italiano. Il nostro primo ministro infatti, segue a ruota il comunicato congiunto di Germania e Francia, che condannano Assad per l’uso di armi chimiche.
Ovviamente nessuno dei tre Stati europei può avere certezza di quanto scrive, visto che non è ancora chiaro chi ha determinato l’eccidio di Khan Sheikhoun in cui martedì sono morte 80 persone, tra cui 28 bambini.
Al momento, l’unica cosa certa, è che questo eccidio sia una ragione fin troppo ghiotta per attaccare il regime siriano di Assad. D’altronde, i mass media (specie quelli italiani nell’ultimo ventennio), essendo allergici alla ricerca della verità, si limitano alla dolorosa narrazione della strage di innocenti, sciacallando – con qualche zoom ad effetto – sui volti dei bambini agonizzanti.
La costruzione del mostro è fatta. Nessun uomo “normale” a questo mondo può sopportare violenze di quel tipo sui bambini e, c’è da giurarlo, tutti (come è giusto che sia) punirebbero il responsabile. In pochi invece sarebbero disposti a chiedersi perchè. In pochi riescono a farsi la domanda più importate, ovvero: “Cui prodest?” (lett. “a chi giova?”). Tra quei pochi c’è anche qualcuno che si starà chiedendo:
“Perchè c’è la guerra in Siria?”
Inutile girarci intorno, anche questa guerra, ha un solo ed unico fine: i soldi.
Secondo Robert Kennedy junior, nipote dell’ex presidente degli Stati Uniti John. F. Kennedy, le vere cause della guerra in Siria dipendono dal rifiuto del presidente siriano Bashar Assad di consentire il passaggio di un gasdotto dal Qatar verso l’Europa.
“La decisione americana di organizzare una campagna contro Assad – afferma Kennedy – non è iniziata a seguito delle proteste pacifiche della primavera araba del 2011, ma nel 2009, quando il Qatar ha offerto di costruire un gasdotto per dieci miliardi di euro che avrebbe dovuto attraversare Arabia Saudita, Giordania, Siria e Turchia”
Assad non solo dice di no agli amici dell’America, bloccando di fatti il loro progetto ma, per di più, crea anche l’alternativa. Si accorda con Iran e Iraq per la costruzione di un’altra pipeline con sbocco sulle coste siriane del Mediterraneo. Una tratta totalmente indipendente dagli alleati di Washington che permette all’Iran di avere un enorme potere contrattuale sul mercato energetico. Un potere che indebolisce l’America e rafforza le mire (ed i mercati) della Russia di Putin.
È bene, ora più che mai, preferire il silenzio e la riflessione, alle prese di posizione eterodirette. L’America non può continuare a decidere quando e perchè far andare in guerra i nostri ragazzi, così come accaduto in Afghanistan o in Iraq. Nonostante il Partito Democratico che sostiene Gentiloni non ne sia probabilmente a conoscenza, è bene sottolineare che l’Italia per Costituzione “ripudia la guerra” e quindi non è ammissibile giustificare o avallare l’attacco missilistico di Trump.
È giunto il momento di smetterla di versare sangue e deturpare il territorio per gli approvvigionamenti energetici. Adesso più che mai, è giunto il momento di rilanciare un nuovo modello, basato sulle fonti rinnovabili e capace di dotarci dell’energia necessaria ad accendere una lampadina, senza determinare la morte di bambini innocenti.