Segnala a Zazoom - Blog Directory

Da manettari a garantisti, il trasformismo dei 5 Stelle

L’iscrizione del sindaco di Roma Virginia Raggi nel registro degli indagati (falso e abuso d’ufficio per la nomina del fratello di Raffaele Marra, suo braccio destro ed ex capo del personale) polverizza la verginità giudiziaria del Movimento 5 Stelle.

Nel variegato vocabolario pentastellato tutto sarebbe già stato metodicamente etichettato: familismo, nepotismo, abuso di potere. E come dice questa mattina Francesco Maria Del Vigo su Il Giornale: «se ci mettessimo gli occhiali del grillismo e squadrassimo dall’alto al basso la sindaca, dovremmo – come minimo – chiedere le sue immediate dimissioni. Seguendo alla lettera l’ottusa e rigida disciplina del Movimento 5 Stelle.»

I Cinque Stelle si sono accorti che il loro fondamentalismo manettaro è un boomerang che gli sta tornando dritto dritto sulla fronte. Questo perché il grillismo è un camaleonte che si adatta a ogni esigenza e quando il vento della giustizia gira a suo sfavore, impegna un attimo ad assumere le nuance del giustizialismo.

La Raggi si finge stupita della convocazione in procura, quando ormai era chiaro a tutti dove sarebbero andati a parare i giudici. Pure Grillo sembra cadere dalle nuvole, quando proprio lui, con anticipo da indovino, si era già affrettato a cambiare le regole del gioco varando un nuovo codice etico che elimina l’obbligo di dimissioni di fronte a un avviso di garanzia.

Insomma la Raggi, per il momento, come sindaco non ha fatto un granché. Ma come politico ha fatto un miracolo: trasformare grillini e soci in garantisti.