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Marcianise – Truffa sulla mozzarella Dop, arresti e sequestri.

In queste ore è stata avviata l’esecuzione di diversi procedimenti cautelari in seguito alla truffa sulla mozzarella Dop, rivelatasi dannosa.

 

 

Diversi militari, appartenenti alla Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise, hanno avviato in queste ore l’esecuzione di dieci provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L’operazione è stata condotta dalle Fiamme Gialle casertane, nell’ambito dell’operazione “Aristeo”.

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza con l’ausilio dell’Azienda Sanitaria locale. E’ stato così possibile rivelare un sistema criminoso finalizzato all’adulterazione di prodotti caseari. E’ stata scoperta la contraffazione della denominazione di origine delle mozzarelle di bufala campana, attraverso l’uso di un additivo non autorizzato. Sopratutto, si è reso evidente il mancato rispetto dei protocolli sanitari vigenti a tutela dei consumatori e delle indicazioni tecniche del disciplinare del consorzio di tutela del marchio D.O.P. della mozzarella di bufala campana.

Insomma, veniva commercializzata mozzarella Dop con marchio contraffatto, in quanto prodotta con latte vaccino. Spesso in aggiunta al latte poteva trovarsi dell’idrossido di sodio (soda caustica), al fine di nascondere il processo di invecchiamento ed acidificazione (creando un reale pericolo per la salute pubblica). Ancora, in alcune occasioni era stato immesso nel processo di produzione anche latte proveniente da allevamenti non indenni dalla tubercolosi.

Dai sopralluoghi effettuati e dalle analisi della documentazione amministrativo-contabile è emersa la sistematica alterazione dei documenti del trasporto del latte utilizzato. Sulla base delle evidenze indiziarie il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto ben 5 arresti degli amministratori dei caseifici coinvolti. Inoltre, è stato disposto anche il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale nei confronti di quattro membri di una famiglia di allevatori.

Questi sono ritenuti co-responsabili dei reati  i adulterazione di sostanze alimentari nocive, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. Ancora, vendita di prodotti agroalimentari con segni mendaci per la contraffazione della denominazione d’origine.

Le aziende sequestrate sono state consegnate, per la loro futura gestione, ad un amministratore giudiziario. Egli potrà comunque continuare l’attività commerciale nel pieno rispetto della normativa di settore, tutelando i lavoratori ivi impiegati.
A maggior garanzia dei consumatori le consegne dei complessi aziendali sono state ovviamente precedute da rigidi controlli sugli impianti, sulle materie prime e sui prodotti giacenti. Ad occuparsene è stato il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con il sussidio dell’Azienda Sanitaria locale.