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Nomine vertici aziende pubbliche: “Renzi occupa lo Stato come se fosse proprietà privata”

A due giorni dalle scelte di Governo relative alle nomine dei vertici delle aziende pubbliche, non sembra placarsi la polemica.

Le nomine dei vertici delle aziende pubbliche, che hanno infuocato il clima politico delle ultime ore, sembrano avere come comune denominatore la “toscanità”, più nello specifico la vicinanza a Rignano sull’Arno

Sull’opportunità politica delle scelte effettuate, si è espresso Roberto Speranza che, in un’intervista, ha detto:

“Sono fatte da Renzi col compasso entro 20 km tra Rignano, Arezzo e la Fondazione Open”.

In effetti, nel raggio di un’ottantina di chilometri, si ritrova tutto il meglio della classe dirigente renziana.

A Firenze, a 20 km dal paese natale di Matteo Renzi, c’è Matteo Del Fante nuovo amministratore delegato di Poste, noto per aver acquistato, quando era manager di Cdp, il Teatro Comunale di Firenze, salvando il bilancio di Renzi. Del Fante sostituisce Francesco Caio, noto per non essersi piegato ai diktat renziani relativi al salvataggio di Monte dei Paschi di Siena e all’acquisizione di Pioneer da Unicredit.

All’Enav, Roberta Neri, nota per aver lavorato come consigliere di amministrazione dell’utility Publiacqua, è stata confermata come amministratore delegato. Sempre di Firenze, è Marco Seracini, commercialista del Rottamatore, posto nel collegio sindacale di Eni per un nuovo triennio e a capo di NoiLink, associazione di raccolta fondi pro-Renzi

Toscani sono anche Diva Moriani e Alberto Bianchi. La prima, di Arezzo, è consigliere di amministrazione di Eni, manager del gruppo Intek di Vincenzo Manes, imprenditore vicino a Renzi. Alberto Bianchi, di Pistoia, è invece un avvocato con studio a Firenze, Presidente della Fondazione Open e consigliere di amministrazione dell’Enel.

Sempre Toscano, precisamente di Siena, è Fabrizio Landi, personaggio di prima fila della Leopolda, consigliere di amministrazione di Leonardo .

Ma, una delle nomine che ha fatto infuriare uno di personaggi di spicco del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, è stata quella di Alessandro Profumo, ex presidente di Monte dei Paschi di Siena, ora nuovo amministratore delegato del gruppo aerospaziale.

Alessandro Di Battista, riferendosi ad Alessandro Profumo al vertice di Leonardo-Finmeccanica, ha tuonato:

“Si tratta dell’ennesimo banchiere in un’azienda di Stato. È questo il vero conflitto di interessi”.

Ma, al di là della toscanità, alcuni nomi sono legati anche alla Leopolda. Tra questi c’è il presidente di Terna Catia Bastioli, frequentatrice della kermesse renziana, e il “leopoldino” direttore generale della Rai Campo dall’Orto.

Sulle nomine, oltre a Di Battista, si è espresso anche Brunetta, capogruppo Forza Italia alla Camera:

“Un Governo fotocopia, quello di Gentiloni, e il peggior renzismo, hanno partorito un pacchetto di nomine che non lascia intravedere uno straccio di strategia per lo sviluppo: queste nomine sono l’ultimo rantolo del renzismo”.

Le accuse a Matteo Renzi provengono anche da Francesco Boccia (Pd), presidente della Commissione Bilancio della Camera che ritiene che si è superato il livello di decenza” visto che “Renzi occupa lo Stato come se fosse proprietà privata”.

A rispondere a queste polemiche è stata Silvia Fregolent, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera sostenendo che queste “nomine sono le migliori che l’esecutivo potesse fare”.