Picchia l’arbitro e lascia la direzione PD… Era stato scelto da Renzi
Si chiama Gianluca Vichi ed è uno dei millennial scelti direttamente da Matteo Renzi nella Direzione del PD per traghettare il partito verso il futuro.
Nel frattempo però il giovane virgulto ha scelto di abbandonare la Direzione, una scelta sofferta, dovuta ad un suo atteggiamento non proprio ortodosso: ha picchiato l’arbitro durante una partita di calcio dove lui non era giocatore, bensì dirigente sportivo.
“In questi giorni il mio nome è apparso sulla stampa nazionale e locale per un gesto brutto che ho commesso in un campo di calcio di provincia durante una partita di calcio. Visto che sono gesti che non mi appartengono, da subito mi sono reso conto dell’errore e ho ammesso le mie colpe scusandomi umilmente con arbitro, società e partito. Pensavo che il caso potesse finire con le scuse, invece la stampa ha aperto un caso politico e un accanimento a mio avviso eccessivo che mi hanno fatto passare giorni pesanti soprattutto dal punto di vista umano”.
Vichi è dirigente sportivo di una juniores l’Atletico Gallo Colbordolo, piccola squadra di Pesaro. Giocavano in trasferta e a seguito di un rigore negato, si è alzato dalla panchina ed ha colpito l’arbitro Simone Giacomucci con una ginocchiata. L’arbitro a fine gara scriverà nel referto:
“A fine gara, dalla panchina, si avvicinava minacciosamente all’arbitro colpendolo al petto con un calcio sferrato con forza”.
A seguito di questo gesto ha quindi deciso di assumersi le sue responsabilità, dimettendosi dalla Direzione Nazionale:
“Gli errori servono per crescere e sono sicuro che questa vicenda mi aiuterà a gestire ogni tipo di situazione che si presenterà davanti a me. Ma in questi giorni mi sono ricordato di avere una grande fortuna, ossia quella di essere circondato da persone vere che, nonostante abbiano condannato in maniera ferma e sacrosanta l’accaduto, mi hanno mostrato un affetto e una stima straordinari e alla comunità del Partito Democratico a tutti i livelli devo solo dire grazie per la fiducia che mi ha dato e mi da. Proprio perché ho sempre messo davanti il bene del partito rispetto al destino personale, decido di compiere un gesto di responsabilità dimettendomi da componente della Direzione Nazionale con la promessa che il mio impegno nel Pd e nei Giovani Democratici prosegue con generosità e altruismo”.