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Pizzarotti contro il Governo: “il decreto Minniti non serve a nulla”

Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, torna ad esprimersi in maniera molto critica nei confronti delle misure contenute nel decreto Minniti. Dopo le spallate di qualche mese fa, inasprisce, se è possibile, i concetti in una intervista rilascia a LA STAMPA.

Ad aprile, si era così espresso:

Il Daspo urbano è una misura inapplicabile. Lo definirei un palliativo rischioso, i piccoli criminali saranno i primi a capire che non funziona e se ne approfitteranno. Mancano criteri oggettivi per individuare le persone da interdire ma la cosa più grave è che è impossibile una verifica della sua applicazione. Faccio un esempio: se uno spacciatore viene allontanato da un parco, come si fa a verificare che non ci torni o che non si trasferisca in un altro giardino? Questa persona non è soggetta a procedimenti restrittivi specifici. Dunque lo seguiamo tutto il giorno? Presidiamo il parco 24 ore su 24? Mi pare impossibile, anche perché mancano le risorse per operazioni del genere

Ora rincara la dose:

Per ora la parola “Daspo Urbano” sembra solo una bella frase di testo. Mancano gli elementi che la sostanziano. Per esempio: chi fa il monitoraggio per controllare se le persone allontanate non si ripresentano sullo stesso luogo due giorni dopo l’allontanamento? Se ci vanno i vigili vuol dire che devono distogliersi da altre attività. E sarebbe anche un po’ svilente. La sicurezza passa anche attraverso la valorizzazione delle forze dell’ordine.

Il problema, inoltre, è che il decreto manca in alcuni aspetti che maggiormente hanno attinenza con i cosiddetti “piccoli atti” di vita quotidiana che, secondo il sindaco, “maggiormente infastidiscono la cittadinanza”:

Mancano una revisione ed una stretta su quegli atti non penali ma fastidiosi, tipo gli atteggiamenti di un ubriaco molesto, di un questionante aggressivo. Mancano gli strumenti per affrontare più duramente questi aspetti che poi sono quelli che maggiormente danno noia ai cittadini

Intanto rinvia a settembre la firma sull’ordinanza per il nuovo piano sicurezza. Proprio su questo e sull’eventuale utilizzo del Daspo Urbano:

Si, ma lo faremo essendo coscienti che non avrà una reale efficacia. Soprattutto nel caso di chi è recidivo: se non ci sono conseguenze penali, come posso garantire che una persona allontanata non torni al suo posto? Gli notifico l’ennesimo allontanamento e lui continua ad accumulare Daspo su Daspo? Sarebbe una cosa inaccettabile per il cittadino che su queste tematiche vuole soluzioni certe, non temporanee.

Infine su quali potrebbero essere proprio le alternative al Daspo:

Noi a Parma abbiamo utilizzato le telecamere come deterrente a cui abbiamo affiancato una maggiore forza congiunta delle forze dell’ordine. Poi ci sono i divieti e le ordinanze, tipo la limitazione per la somministrazione di alcolici dopo un certo orario o l’obbligo di utilizzare recipienti in plastica piuttosto che in vetro. Ma la vera svolta sarebbe un rafforzamento del personale con nuove assunzioni. Senza che questo comporti una militarizzazione dei centri urbani. 

Intanto, a proposito di Minniti, ieri il Ministro degli Interni, ha minimizzato gli attriti con il collega delle Infrastrutture Graziano Delrio, ma rivendicato ancora una volta la sua posizione:

Il regolamento delle Ong lo vuole il governo: per questo è inevitabile che la Guardia costiera in futuro non possa che tenerne conto.