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Renzi bacchetta Grillo: Non usi strage di Capaci per polemiche su PD e Mafia

ROMA – “Beppe Grillo usa l’anniversario della strage di Capaci per fare polemica sul PD e la mafia. Vorrei chiedere a tutti i democratici di non cadere nel suo gioco e di non rispondergli. Perché la data di oggi deve UNIRE gli italiani, non dividerli”. Lo scrive Matteo Renzi, nel giorno in cui si commemora la strage di Capaci, commentando su Facebook un’intervista di Beppe Grillo al mensile ‘S’ e che ieri è stata anticipata in cui diceva che “l’inconsistenza di Crocetta è un messaggio preciso del Pd alla mafia: ‘non disturberemo’”.

“La commemorazione di oggi – prosegue – è innanzitutto commozione e dolore. Senza retorica possiamo dire che lo Stato che allora non riuscì a salvare alcuni dei suoi figli migliori, oggi è più forte e più solido. Ma proprio per questo abbiamo il dovere di custodire la memoria. Perché gli ideali per cui Falcone ha vissuto, per cui si è versato il sangue dei martiri di Capaci, sono il fondamento del nostro futuro. Non dividiamoci oggi. Tutti insieme, contro le mafie. Viva l’Italia”.


“Ci sono delle date – scrive ancora Renzi su Facebook ricordando la strage di Capaci – che non si cancellano: puoi strappare il foglietto dal calendario, ma non lo strapperai mai dalla mente. Il 23 maggio 1992 è una di quelle. Ho in mente precisi e nitidi i momenti di quel pomeriggio: i TG che danno la notizia sbigottiti, gli occhi puntati sul televideo, le orecchie incollate alla radio. Poi le prime immagini atroci in Tv. E soprattutto mi ricordo una sorta di sensazione strana personale, un misto di impotenza e spossatezza che a 17 anni può sembrare una contraddizione in termini. Quell’estate resterà per la mia generazione la ferità più profonda – dice il segretario Pd – per la morte di Giovanni Falcone prima e di Paolo Borsellino poi, insieme a Francesca Morvillo Falcone e alla donna e agli uomini della scorta. Sono passati 25 anni. Ci siamo diplomati, laureati, sposati, fatti una vita. Eppure mi ricordo ancora addosso l’odore della paura e della rabbia di quelle ore”.

(ANSA).