Matteo Renzi “lasciato” dalla cugina. La Simoni: “è diventato la fake news del PD”
In una intervista rilasciata a LA STAMPA punta Elisa Simoni punta decisamente il dito contro Matteo Renzi, reo di aver distutto qualsiasi legame con l’ala sinistra del PD.
Da venerdì la deputata toscana, ex assessore di Renzi alla provincia di Firenze, se n’è andata in Mdp, coi bersaniani:
Nel 2014 il PD prese il 40% quando il centrodestra era allo stremo ed anche il M5s viveva un momento difficile. Da allora è cambiato il mondo. Gli elettori credettero alla promessa di un cambiamento del paese e in un nuovo gruppo dirigente. Poi abbiamo governanto ed è evidente che quella promessa è stata un bluff. Renzi non ha solo deluso le aspettative ma ha anche bruciato la generazione dei quarantenni alla guida del PD.
Poi al CORRIERE DELLA SERA rincara la dose:
Nel Pd non ci sono più spazi di agibilità politica per una minoranza. Infatti, mi creda, non sarò l’ultima ad andarmene, mi creda. Io non sono una abituata a stare sulle barricate. Vengo dalla storia del Pci e sono sempre stata riformista. Una donna di mediazioni, Matteo in Toscana l’ho sempre coperto a sinistra. Ma se diventa estremista il segretario del partito, che dovrebbe essere il primo mediatore, spazi per mediazioni all’interno non ce ne stanno più. Quindi andarsene diventa quasi un obbligo. Non ce la facevo più. Ha trasformato il Pd in un partito di centrodestra, l’ha isolato dagli alleati storici, si ispira a Macron ma a differenza di Macron lui di nuovo non ha più nulla. Il disegno del Partito della Nazione ce l’aveva dalle Europee. Ora è un disegnino, che ha come obiettivo massimo l’accordo con Forza Italia dopo le elezioni. Vedo che ce l’ha tanto con le fake news. Lui è diventata la fake news del Pd. Ormai promuove le ricette della destra col linguaggio dei Cinquestelle.Il Pd di Renzi assomiglia sempre di più alla Forza Italia del ‘94, con la differenza che Berlusconi allora vinse. Dentro il partito, l’aria è diventata irrespirabile da un po’. Nell’ultima direzione, poi, Matteo ha detto chiaro e tondo che quello era il treno e, per chi non gradiva, non rimaneva che scendere. Ecco, sono scesa.
Quello che maggiormente viene criticato è in particolare quello di non avere una linea ben precisa su temi come immigrazione (l’intervista è di Huffingtonpost):
Pensiamo di recuperare consensi inseguendoli sull’anti-europeismo e dicendo “i migranti a casa loro”? Alla fine, gli elettori tra l’originale e la copia votano l’originale e penseranno che la vera fake news sia Renzi e il Pd che immagina.Vedo che il Pd è diventato un partito che spesso, nella mentalità, confonde il governo col potere. E infatti ha perso un pezzo rilevante del suo popolo.
Durissimo il giudizio più “politico”
Beh, il libro che ha scritto, invece che “Avanti”, lo poteva chiamare “vendetta”, col sottotitolo, “guardando indietro”. Mi dice chi non ha attaccato in questa sindrome dell’uno contro tutti? L’unico capitolo che doveva scrivere non l’ha scritto. Quello sul vuoto a sinistra fatto di milioni di elettori persi, in questo susseguirsi di sconfitte, tra amministrative e referendum. E del suo fallimento complessivo. All’epoca in cui diventò segretario, Berlusconi e il centrodestra erano spariti dalla scena e Grillo governava solo Parma. Ora Grillo governa importanti città italiane, Salvini gioca a vincere e Berlusconi viene riabilitato come argine democratico al populismo di destra. Sono addolorata, furiosa. Vogliamo negare la realtà e continuare a cantare Menomale che Renzi c’è?
Infine le modalità di uscita dal PD:
Sì, certo, gli ho mandato un messaggio su whatsup come fa lui. Ho avvisato prima Andrea Orlando, che ho sostenuto al congresso, e Roberto Speranza, della mia adesione al suo gruppo. In questo sono all’antica. Vivo il travaglio da sola e poi si fanno i passaggi politici necessari.