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Roma: il 37% dei dirigenti del comune è indagato. Intanto la Raggi firma il patto con l’Anac

Secondo alcune fonti (interne al Campidoglio) raccolte dall’agenzia Ansa, ci sarebbero 70 dirigenti su 190 del comune ad essere indagati per motivi vari. L’attività della Procura a seguito dell’inchiesta su Magia Capitale ha portato a circa il 37% del totale. L’intero organico dovrebbe contare 240 dirigenti.

Stando alle fonti, il fatto che ne ce ne siano 190 non fa altro che rendere più lento il meccanismo dell’amministrazione, nonostante il grande impegno di molti responsabili. La sindaca di Roma,  Virginia Raggi  in un’intervista tv  annunciò che sarebbe stato compiuto un censimento dei dirigenti indagati dalla magistratura. Proprio oggi è attesa la sentenza per il maxiprocesso: chiesti complessivamente 500 anni di carcere. La richiesta più dura nei confronti di Massimo Carminati, 28 anni.

Intanto ieri è stato firmato un’intesa il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone: protocollo di azione per la vigilanza collaborativa. Ecco le parole della Raggi sulla pagina Facebook ufficiale:

Oggi ho firmato con il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone un protocollo di azione per la vigilanza collaborativa. L’Anac garantirà l’attività di controllo e vigilanza per assicurare la legalità nel settore dei contratti pubblici, un settore nevralgico in una città come Roma che è una delle più grandi stazioni appaltanti del Paese.Il nostro obiettivo è assicurare la correttezza di tutte le procedure e prevenire fenomeni di corruzione e di illegalità. Per questo particolare attenzione sarà dedicata ai settori che in passato si sono rilevati più delicati, come il sociale e l’ambiente.Vogliamo evitare che si ripetano gli errori del passato. Penso al verde pubblico che continua a fare gola alla criminalità: ieri gli appalti truccati oggi i roghi e gli incendi dolosi che lasciano una ferita aperta nella nostra città. Dall’inizio del nostro mandato siamo impegnati a ripristinare la legalità in tutta l’Amministrazione. E il protocollo siglato oggi va in questa direzione: rafforzare la collaborazione con l’Anac per garantire la trasparenza e la correttezza degli appalti.

L’intesa durerà circa un anno: in base ad essa  verrà sottoposta in via preventiva all’Autorità la documentazione riguardante gli appalti di rilevante importo economico, con l’obiettivo di assicurare la correttezza delle procedure ed evitare fenomeni corruttivi e di illegalità. Particolare attenzione sarà dedicata ai settori che in passato si sono rivelati più delicati sotto questo profilo, come l’ambiente e il sociale. Sempre in base al protocollo, qualora venisse ravvisato un elevato rischio corruttivo il Campidoglio potrà inoltre richiedere un intervento diretto dell’Autorità, anche di tipo ispettivo, su appalti già aggiudicati.