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Rottura nel PD, Boccia: “Ma Renzi non si vergogna mai?”

Accuse gravissime quelle lanciate da Francesco Boccia, nei confronti dell’ex Premier Matteo Renzi, direttamente dal suo blog sull’Huffington Post. Parole che fanno emergere in maniera chiara una spaccatura all’interno del PD.

Il Presidente della commissione Bilancio della Camera non usa mezze misure e sostiene: “Ha iniziato Renzi prima ancora che il Governo Gentiloni giurasse, ha continuato Zanda, ora Orfini. Tutti impegnati affannosamente a fissare una scadenza al Governo in carica. Mi chiedo e chiedo loro, un po’ di sano senso di vergogna mai? Ma come si può due settimane dopo il giuramento del Governo far partire gli ultimatum dallo stesso nostro partito che ha fatto nascere il terzo governo in quattro anni. Ma il senso del limite e della misura oltre che quello sempre sano della vergogna che tocca tutti noi, non fa mai venire il dubbio che forse questo modo di fare ha stancato molti italiani? Gli stessi che hanno fatto nascere il governo Gentiloni pensano già a come sfiduciarlo. Penso sia una grave mancanza di rispetto verso il presidente del Consiglio appena nominato e verso il Presidente della Repubblica”.

“Chi pensa – aggiunge Boccia – di sfiduciare Gentiloni con metodi da casta dovrà metterci la faccia in Parlamento e davanti agli italiani. Vedo miei autorevoli compagni di partito più interessati alle ambizioni di sopravvivenza di un gruppo dirigente che rifiuta il confronto, rispetto ai problemi che è chiamato ad affrontare il Governo. Dovranno farsene una ragione, i problemi degli italiani vengono prima dei giochini di palazzo e quando e a quali condizioni si vota lo decide il Presidente della Repubblica”.

Poi chiude con un affondo diretto all’ex Premier Matteo Renzi, con un riferimento alle sue origini fiorentine: “Il nostro Paese è ancora una Repubblica Parlamentare e non la Repubblica di Firenze; quella finì nel 1532 con Alessandro de’Medici. Fino a quando Gentiloni avrà la fiducia del Parlamento andrà avanti e dovrà occuparsi, come ha dimostrato già in questi primi giorni, delle emergenze del Paese. Dalle banche, al terremoto, dalle povertà, al lavoro, alla scuola. Mentre il Parlamento tutto deve dimostrarsi all’altezza dell’appello fatto a Natale dal Presidente Mattarella per una legge elettorale largamente condivisa”