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Sanremo seconda serata, Maria bacia tutti ma nasconde qualcosa

Seconda puntata di Sanremo. Pronti, via: aprono la gara i 4 giovani (per la serie ‘levamoseli dalle palle’) ed è subito tragedia.

Si esibiscono Marianne Mirage “Le canzoni fanno male” ( Kaballà Bianconi), seguita da Francesco Guasti  “Universo”,  poi Braschi “Nel mare ci sono i coccodrilli” e Leonardo Lamacchia “Ciò che resta “. In finale vanno Francesco Guasti e Leonardo Lamacchia, le due canzoni a mio avviso peggiori, dunque, in pieno stile sanremese.

Per dare un po’ di brio all’immagine in stile ‘walking dead’ della De Filippi, gli autori la fanno entrare in scena dalla platea con un vassoio di gadget raffiguranti Carlo Conti e la simpatia decolla come quando ti coglie un attacco di colite spastica e sei bloccato nel traffico. Inizia la gara:

La prima ad esibirsi è  Bianca Atzei “Ora esisti solo tu” sconosciutissima cantante che sale per la seconda volta sul palco dell’Ariston e riesce ad apparire ancora più sconosciuta ed anonima della prima volta. Complimenti ai produttori e ai discografici. Quante serate farà quest’estate? I booker se la contendono già.

Subito dopo Arriva Masini “Spostato di un secondo” che, con la solita compostezza e serietà, esegue un brano dalla strofa articolata e con un ritornello credibile ed accattivante in linea coi suoi successi passati.

Non può mancare la parentesi calcistica col Pupone (Totti) ed è subito gag e sfottò contro la Fiorentina (squadra per cui tiene Conti) con tanto di proiezione dei 14 goal che il capitano dei giallorossi ha messo a segno contro i viola nella sua carriera.

Si continua con Nesli e Alice Paba “Do retta a te” subito dopo “Con te” di Sergio Sylvestre (vincitore di Amici) presentato dalla stessa Maria; poi Gigi D’Alessio che non delude le aspettative col brano “La prima stella”, canzone con la classica struttura alla D’Alessio, cambi armonici e melodia alla D’Alessio, testo ricco di banalità e luoghi comuni alla D’Alessio, insomma perfetto.

Michele Bravi “Il diario degli errori” (provenienza x factor)

“Fatti bella per te” di Paola Turci è stata una delle poche canzoni che mi ha convinto della seconda serata, un brano dal testo profondo e dalla tematica complessa (l’accettazione di se stessi) cantato con grinta e cuore.

Subito dopo il supermega ospite  Robbie Williams con “Love my life”, l’ultimo singolo estratto da “The Heavy Entertainment Show”, accolto con applausi ed agitazione psicomotoria dal pubblico del gentil sesso. E’ in questo momento che si consuma la seconda gag (il tentativo goffo che tenta di fare apparire Maria non uno zombie ma un essere umano con dei sentimenti), prima di lasciare il palco, Robbie da, a tradimento, un bacio a stampo sulla bocca alla De Filippi, suscitando l’ira delle cagnette a cui aveva sottratto l’osso (cioè le donne del mondo) e poi svela il suo segreto “…meno male che non ha fatto altro altrimenti si sarebbe accorto che in bocca ho una caramella”.

Già perché lo zombie, a dimostrazione che non è umana, riesce a condurre 4 ore e più di festival senza affogarsi, succhiando caramelle probabilmente al propoli per disinfettare il cavo orale e tenere sotto controllo una voce troppo roca.

Premio  originalità va a Francesco Gabbani “Occidentali’s Karma”, preparatevi al tormentone in radio

C’è il Buddha in fila indiana
Per tutti un’ora d’aria, di gloria
La folla grida un mantra
L’evoluzione inciampa
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma
Occidentali’s Karma

Giorgia mi ricorda per qualche minuto come si canta e come si stava bene quando il festival lo conduceva Pippo Baudo. Neanche il tempo di asciugare le lacrimucce e arriva il colpo di grazia con Michele Zarrillo  “Mani nelle mani”, Chiara  “Nessun posto è casa mia” (Chiara prova all’estero…) e infine Raige e Giulia Luzi – “Togliamoci la voglia” e infatti mi è passata.

Ultimo super ospite è stato Keanu Reeves, intervistato da una morta, è riuscito a riprendersi dallo spavento suonando in puro stile rock and roll il basso con l’orchestra.

La prima serata del festival ha totalizzato il 50,4 % di share, con grande soddisfazione della strana coppia, il rammarico è sempre quello di assistere ad un festival che si autodichiara della “canzone” ma che in fin dei conti è solo un grande appuntamento di costume e marketing in cui la “canzone”, quella vera, latita.

Massimiliano Giliberti