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Scandalo a Palazzo Chigi: Si finanziano club di prostituzione gay

Dopo il servizio delle iene di domenica sera è bufera su Palazzo Chigi.
Scoperti club di prostituzione dietro finti club culturali.

 

E’ partito tutto da un servizio delle Iene, trasmesso la scorsa domenica, che hanno messo in discussione i fondi gestiti dall’Unar. L’ufficio antidiscriminazioni (l’Unar appunto) è diretto da Francesco Spano. Inoltre, fa capo alle Pari opportunità del sottosegretario Maria Elena Boschi. Il servizio trasmesso ha creato una vera bufera intorno a Palazzo Chigi.

Nel suddetto servizio, la iena Filippo Roma ha chiesto spiegazioni al direttore Spano riguardo 55mila euro concessi all’Associazione contro le discriminazioni da orientamento sessuale, l’Anddos. Il motivo dell’indagine è una soffiata da una fonte anonima. Tale fonte sostiene che molti dei club finanziati siano in realtà centri massaggi e dark room. Non certo club culturali così come dichiarato.

Per darne dimostrazione, le Iene hanno condotto una vera propria indagine infiltrandosi in tali club. Dalle immagini trasmesse in questi club si svolgono dei veri e propri incontri sessuali. Ancora, dei massaggiatori che con un sovrapprezzo offrono anche “di più”. Vera e propria prostituzione, in circoli il cui ingresso prevede il tesseramento presso l’Associazione antidiscriminazioni.

Il direttore dell‘Unar alle domande poste dalla iena sulla natura dei vari club si ritrae. “Stiamo a quello che ci dichiara lo statuto delle associazioni -dice Spano sulla difensiva- l’unica verifica dei requisiti di chi partecipa ai bandi è un controllo cartaceo e formale”.
Alle domande sempre più incalzanti di Filippo Roma, Spano inizia una sorta di “fuga”.
La iena sostiene che il direttore sarebbe persino socio dell’Associazione in questione.

L’Anddos nel contempo rivendica la bontà del progetto. “L’abbiamo presentato insieme all’Università della Sapienza -spiega la portavoce Cristina Calzecchi Onesti e la somma serve a potenziare il nostro centro d’ascolto e antiviolenza”. Ancora, la portavoce dichiara di aver segnalato già il problema alla procura, essendo a conoscenza dello scopo di alcuni club. “Certo -conclude la portavoce Onesti con 200mila soci e più di ottanta club affiliati non possiamo controllare tutti”.

Sembra, insomma, che questi centri che dovrebbero combattere le discriminazioni sono loro stessi discriminatori. Nel contempo, il direttore Spano il giorno successivo alla messa in onda del servizio, si è dimesso.