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Sindaco di Nardò (ex Casapound), vieta il lavoro nei campi dalle 12 alle 16

Pippi Mellone, sindaco di Nardò (LECCE), ex CasaPound, vieta fino al 31 agosto, il lavoro nei campi da mezzogiorno alle 16:00 ai braccianti, quasi tutti immigrati. Decisione presa a causa del fenomeno di crescente utilizzo della forza lavoro nelle campagne anche in orari poco consoni. Sono previste inoltre, per i trasgressori, delle sanzioni che vanno dai 25 fino ai 500 euro. Il portavoce del sindaco, riferisce che questa iniziativa è stata presa per prevenire possibili conseguenze igienico-sanitarie, spesso altamente nocive per la salute del personale addetto, e che l’amministrazione comunale è decisa nel lavorare per assicurare il rispetto della dignità umana per tutti coloro che sono ospiti sul territorio. Queste, invece, le parole che si possono leggere sulla pagina facebook di Mellone: “Oggi, in poche settimane, assieme a Coldiretti, alle altre istituzioni, alla Caritas, a Diritti a Sud, ai sindacati e tutti gli imprenditori per bene (e ce ne sono tanti) cancelleremo l’immagine di Nardò città della schiavitù… Ho fatto una scelta di civiltà, assieme alla mia giunta ed ai miei collaboratori che va ben oltre le etichette folkloristiche (fascista, casa pound), per la tutela della dignità umana e della salute”.
Lo stesso sindaco, pone il veto sul territorio neretino, all’ipotesi di utilizzo di tende da parte di immigrati ospiti , sostituite invece da container attrezzati.
Così il primo cittadino il 6 luglio scorso rispondeva al prefetto: “Eccellenza, faccio seguito all’incontro di questo pomeriggio per rimarcare la posizione della scrivente amministrazione comunale, contraria assolutamente all’uso delle tende. Quale Sindaco di Nardò mi sento in dovere di tutelare la dignità di tutti coloro che vivono sul territorio di questa Città. Questa amministrazione vuole che il campo sia dotato di container climatizzati acquistati, auspicabilmente coinvolgendo la Coldiretti, ovvero gli imprenditori, o in alternativa recuperando i container da altri territori. Quindi -conclude- ribadiamo la nostra determinazione ad ottenere più servizi essenziali (doccia, acqua, wc) e moduli abitativi adeguati al rispetto della dignità umana”.