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Teatro Stabile di Napoli- Successo per “Il genio dell’abbandono” di Wanda Marasco. Vincenzo Gemito, l’artista tormentato.

In scena al teatro San Ferdinando, “Il genio dell’abbandono” di Wanda Marasco. Trasposizione tragica e metafisica di un artista.

Wanda Marasco scrive una biografia, quella di Vincenzo Gemito, scultore napoletano noto soprattutto per il busto di Giuseppe Verdi. Una biografia che si configura più come romanzo, data la natura controversa della vita dell’artista.

Di lui ci restano documenti e testimonianze, basti pensare a quella del poeta Salvatore Di Giacomo. Il tutto permette alla scrittrice di riprodurre un quadro attento ed ammaliante del folle Gemito, predestinato alla sofferenza.

Nasce poi, lo spettacolo teatrale prodotto dal teatro Stabile di Napoli. Alla drammaturgia collabora Claudio Di Palma (attore e regista stesso della rappresentazione) e basta un attimo affinché gli spettatori si sentano coinvolti emotivamente dalla personalità contraddittoria,mai serena del Gemito e dalla sua follia. Fa da collante sicuramente la scenografia onirica e disperata di Luigi Ferrigno.

L’elenco dei brillanti attori:

Angela Pagano (Giuseppina Baratta)

Claudio Di Palma (Vincenzo Gemito)

Cinzia Cordella (Mathilde Duffaud)

Paolo Cresta (Dott. Virnicchi)

Francesca De Nicolais (Peppinella Gemito)

Giacinto Palmarini (Emanuele Caggiano)

Alfonso Postiglione (Antonio Mancini)

Lucia Rocco (Nannina Cutolo)

Gabriele Saurio (Masto Ciccio)

Una grande gabbia costringe il vecchio protagonista a ricordare i frammenti sparsi della sua esistenza.

La storia di un genio e del suo abbandono, quando era ancora in fasce, presso la “rota dell’ Annunziata“. L’errore nella trascrizione all’anagrafe, che trasforma l’augurale cognome scelto da una monaca, ossia Génito, in un fin troppo veridico presagio. La famiglia adottiva, di umile condizione, la “matre” e il secondo marito”Masto Ciccio“; la precoce vocazione artistica e le botteghe dove si forma (quella di Emanuele Caggiano).

Il sodalizio con Antonio (Totonno) Mancini, futuro pittore di vaglia; i primi riconoscimenti, le prime sculture famose, il legame con la modella francese Mathilde Duffaud; il soggiorno a Parigi, dove contrae la sifilide; il ritorno a Napoli, il matrimonio, la non facile vita coniugale, i primi sintomi e poi la manifestazione conclamata dello squilibrio psichico che lo porterà al manicomio. Poi il ritorno alla libertà, il controverso rapporto con la figlia Peppinella, la lunga auto-reclusione in casa.

La storia di una celebrità dolente, incapace di appagamento, ignara di serenità.

In scena dal 22 Febbraio al 5 Marzo.