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23 Agosto 1927: Sacco e Vanzetti, storia di un’ordinaria ingiustizia

Da “ordinaria ingiustizia” a simbolo dei diritti umani: Sacco e Vanzetti furono, ben 90 anni fa, capro espiatorio di quell’ondata repressiva lanciata già alcuni anni prima dal presidente Woodrow Wilson contro quella che definiva “sovversione” ad opera di anarchici, operai, sindacalisti e chiunque si battesse per un riscatto sociale. La vicenda dei nostri due connazionali non solo agitò le coscienze degli uomini del tempo ma l’America ne ha sentito il peso per decenni.

Bartolomeo Vanzetti nacque a Villafalletto in provincia di Cuneo nel 1888. Entrato in contatto con le idee socialiste già a vent’anni, decise di partire per gli Stati Uniti dopo la morte della madre e si stabilì nel Massachusetts, militando in gruppi anarchici  e trasferendosi in Messico nel 1917 per sfuggire all’arruolamento. Proprio qui strinse un’inseparabile amicizia con Nicola Sacco, ciabattino pugliese, di Torremaggiore, nato nel 1981, sposatosi a Milford con Rosina Zambelli, da cui ebbe anche due figli. Sacco partecipava attivamente alle manifestazioni operaie dell’epoca, tenendo spesso dei discorsi pubblici.

Il 5 Maggio 1920, Nick e Bart, vennero arrestati e accusati della rapina al calzaturificio “Slater and Morril” avvenuta a South Baintree, un sobborgo di Boston, nel corso della quale vennero uccisi il cassiere e una guardia giurata. Nei loro cappotti furono trovate le armi e dei volantini anarchici.

Dopo tre processi, furono condannati a morte nonostante contro di loro non ci fosse alcuna prova certa e non solo, un detenuto portoricano Celestino Madeiros, dichiarò di aver preso parte alla rapina ma di non aver mai visto i due italiani.

A nulla valse la creazione di numerosi comitati per la loro liberazione, la mobilitazione della stampa, gli appelli del governo italiano e di personalità rilevanti come George Bernand Shaw e Albert Einstein. Alle 0:19 del 23 Agosto 1927 nella prigione di Charleston (Boston) ebbe luogo l’esecuzione di Nicola Sacco e 7 minuti dopo quella di Bartolomeo Vanzetti.

Nel 1977, cinquant’anni dopo la loro morte, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis riconobbe ufficialmente gli errori commessi al processo, riabilitando completamente la memoria postuma dei due italiani.

<<Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.>>

(Il proclama del 23 agosto 1977, con il quale l’allora governatore del Massachusetts Michael Dukakis assolveva i due anarchici italiani dal crimine a loro attribuito, esattamente 50 anni dopo la loro esecuzione sulla sedia elettrica).