Afragola-Arriva la condanna per Domenico D’Andò, il feroce killer 25enne che nel luglio dello scorso anno uccise e fece a pezzi due uomini. Nonostante il recente pentimento, il Tribunale di Napoli Nord gli ha inflitto il massimo della pena. Vivrà in carcere fino all’ultimo dei suoi giorni.
Domenico D’Andò, nipote del ras Pietro Caiazza, affiliato al feroce sodalizio Amato-Pagano, è stato condannato al carcere a vita per gli omicidi di Luigi Ferrara -43 anni di Casoria– e Luigi Rusciano -53 anni di Mugnano– avvenuti entrambi lo scorso anno.
Nove giorni fa, il D’Andò decise di pentirsi e rivelò i nomi delle altre persone coinvolte nell’efferato duplice omicidio di Afragola che, secondo gli inquirenti, si inserisce nella lotta interna all’organizzazione capeggiata dal D’Andò, da suo zio, Pietro Caiazza e dalle due vittime, Ferrara e Rusciano, specializzata nel contrabbando di sigarette e parallela a due gruppi criminali storici dell’hinterland partenopeo. Ferrara, legato ai Franzese –storica costola criminale del clan Moccia– e D’Andò legato al sodalizio Amato-Pagano sino alla morte di suo padre Antonino.
Secondo l’accusa, ad inchiodare il D’Andò e l’altro autore materiale del delitto, quest’ultimo condannato in primo grado a 16 anni, furono le numerose tracce lasciate. L’abitazione dove si consumò il delitto, ad esempio, venne affittata con un contratto di locazione a firma del D’Andò, e poi la vettura noleggiata, con la quale i due trasportarono i corpi, che ha consentito agli inquirenti di tracciare gli spostamenti dei killer attraverso il gps.
Si trattò di due omicidi brutali, eseguiti materialmente in un appartamento di Giugliano. I due giovani killer poi, decisero di tagliare i corpi in più parti e di abbandonarli in aperta campagna, trasportandoli a bordo della Ypsilon noleggiata per l’occasione.
Durante uno degli ultimi colloqui con i PM, il D’Andò ha riferito di nuove circostanze che ora, sono al vaglio degli inquirenti.