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Alla Meloni negano il banchetto elettorale accusandola di Fascimo: Lei su tutte le furie

 “Sono indignata, il Comune di Pontedera ha appena mandato ai nostri referenti di Fratelli d’Italia una lettera di diniego di una richiesta di occupazione di suolo pubblico per una manifestazione elettorale, sostenendo che non possiamo manifestare perchè il nostro è un partito che mira alla ricostituzione del partito fascismo“.

Si sfoga la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dopo la multa per occupazione abusiva di suolo pubblico risalente ala giornata del 9 febbraio.

“Chiedo quindi alle cariche istituzionali – ha aggiunto Meloni – se sia possibile che nella campagna elettorale delle politiche del 2018 venga impedito a Fratelli d’Italia di organizzare le proprie manifestazioni. Su questo mi aspetto una parola chiara della presidente Boldrini, del presidente Grasso, del presidente del Consiglio Gentiloni, del ministro Minniti e del presidente della Repubblica Mattarella. Voglio sapere se uno può impedire a un partito, presente in Parlamento, quinto italiano e che raccoglie milioni di voti, di manifestare”.

A Meloni ha risposto il sindaco Simone Millozzi (Pd) ricostruendo i fatti nei dettagli:

“Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia inveisce contro il sindaco di Pontedera perché a suo avviso il Comune gli avrebbe negato il diritto di manifestare. Non commento. Racconto solo le cose come stanno per punti Non è il Comune, ma la Questura che autorizza o nega una manifestazione politica. Nel caso di specie la manifestazione politica si è svolta regolarmente. Se oltre alla manifestazione viene richiesta l’installazione di palchi, gazebo o pedane sul suolo pubblico è il Comune tenuto a rilasciarne l’autorizzazione. Le domande al Comune vanno presentate su un modello dedicato. Fratelli d’Italia ha presentato la richiesta su quel modello sbianchettando la parte di una dichiarazione in cui si richiama il rispetto di “norme nazionali in vigore che vietano sia la ricostituzione del partito fascista che la propaganda di istigazione all’odio razziale”. Gli uffici informano Fratelli d’Italia che la richiesta così fatta è irricevibile. Alle proteste del segretario nazionale di Fratelli d’Italia, non rispondo da sindaco perché dal punto di vista amministrativo non ho nulla da aggiungere. Da cittadino però una domanda, non urlata ma garbata e cortese, la voglio fare io a Giorgia Meloni: perché il suo partito si è così prodigato per alterare unmodulo e toglierci una frase richiamante leggi nazionali che vietano la ricostituzione del partito fascista e l’istigazione all’odio razziale? La formulo più semplice la domanda: Fratelli d’Italia è d’accordo con la Costituzione e sulle leggi su questo tema?”

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