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Allarme sigarette avvelenate nel napoletano

contrabbando

Contengono metalli pesanti, catrame e sono confezionate con procedure difformi dalla comunità europea. Sono le sigarette di contrabbando, merce che torna in quantità massiccia sul mercato e, a dispetto di quanto si credeva, non era mai sparita. L’operazione “fumo dell’est” della DDA di Napoli, a guida di Luigi Landolfi ha già prodotto i primi arresti e sequestri. In tutto sono 87 gli indagati a cui si aggiungono altri 16 finiti in manette, colti in flagranza di reato, mentre alimentavano il  secondo business illegale dopo la cocaina, un mercato tutt’ora in espansione. I sequestri fino ad ora hanno interessato ben 15 tonnellate di sigarette, un autoarticolato, un furgone, un camion trasporto cavalli e tre autovetture. Alle spalle una fitta rete scoperta dall’eccellente lavoro della guardia di finanza di Marcianise che ha messo in luce un’organizzazione ramificata sul territorio con collegamenti con l’Ucraina, la Moldavia, l’Ungheria e la Polonia, fino ai porti del medio oriente. Una volta giunti in italia, i prodotti illeciti venivano smerciati grazie ad una serie di interscambi culminavano spesso in sportelli di bar o retrobotteghe. Un trasporto così massiccio è passato inosservato grazie ad ingegnosi stratagemmi usati dai contrabbandieri come doppi fondi nei camion o svuotare oggetti insospettabili come scaldabagni e simili e riempirli di pacchetti di sigarette.

Un doppio impatto dannoso quindi, il primo sul piano fiscale, il secondo sul piano della salute, visti i livelli spropositati di catrame, nicotina e monossido di carbonio che fanno di queste particolari sigarette un vero e proprio veleno per l’organismo con una nocività di gran lunga maggiore a quella delle normali sigarette coperte dal monopolio di Stato. Nocività di cui sono ben coscienti i venditori ti tali prodotti, infatti nelle intercettazioni tra due membri della rete di spaccio uno dei due confessa :”fumo, certo che fumo, meglio evitare però quella roba che fa schifo. preferisco il mio tabacco“.
Al centro delle indagini, un commerciante di scaldabagni di Afragola, B.P., in contatto con una società ucraina, accusato di aver coperto il traffico di sigarette con la propria attività, ma non è il solo. La guardia di finanza lavora senza sosta per contrastare questa piaga che sta dilagando in modo pericoloso tra Napoli centro e periferia.

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