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Banca Etruria, papà Boschi verso l’archiviazione

Pierluigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena, indagato nel filone dell’indagine che riguarda la liquidazione di circa 700mila euro concessa all’ex direttore generale di Banca Etruria, potrebbe veder archiviata l’indagine a suo carico.

Si va verso la richiesta di archiviazione per Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena, indagato nel filone dell’indagine aretina su Banca Etruria, almeno stando a quanto trapela da fonti vicine alla Procura, anche se i magistrati della Procura di Arezzo smentiscono di aver già preso una decisione, sebbene dopo il provvedimento di sequestro in cui il gup, Annamaria Loprete, individuò come possibili responsabili solo il presidente Rosi e il direttore generale Luca Bronchi, è ora probabile che Boschi esca dal procedimento.

L’ex vicepresidente Boschi è indagato per bancarotta fraudolenta in merito alla liquidazione di circa 700 mila euro concessa all’ex dg dell’istituto, Luca Bronchi, che però, secondo il gip, “appare frutto di un accordo tra l’allora presidente Lorenzo Rosi e Bronchi stesso”, non dei componenti dell’allora cda, quindi, compreso Boschi. Se venisse archiviata la posizione dell’ex vicepresidente, resterebbero comunque in piedi i procedimenti a carico degli altri ex vertici. A ottobre comincerà il processo per bancarotta a venti componenti dei cda che potrebbe essere riunificato al processo cosiddetto ‘bancarotta bis‘, che vede altri 26 imputati tra ex dirigenti e sindaci revisori, in alcuni casi coinvolti in entrambi i filoni ed accusati di finanziamenti facili concessi ad alcune società.

Nella vicenda di Banca Etruria, i procedimenti giudiziari viaggiano paralleli a quelli delle autorità di vigilanza. Dopo Bankitalia, che nel 2014 e nel 2016 sanzionò gli amministratori dell’istituto aretino per un totale di circa 4,7 milioni di euro, in questi giorni stanno arrivando le multe di Consob, la Commissione nazionale per le società e la borsa, per ulteriori 2,8 milioni di euro. Per l’ex vicepresidente di Banca EtruriaPierluigi Boschi, la multa di Consob ammonta ad almeno a 90 mila euro. Secondo Consob, i manager dell’istituto nascosero la grave situazione finanziaria della banca e non fecero in modo che i clienti venissero informati dell’elevato profilo di rischio delle obbligazioni. Nonostante i rilievi di Bankitalia, scrive l’organo di vigilanza, il cda di Banca Etruria non modificò i profili di rischio dei bond “abdicando con ciò ai propri doveri di diligenza e correttezza nei confronti della clientela”. Nella delibera, Consob spiega anche di aver rigettato la richiesta di alcune fra le persone sanzionate di non rendere pubblico il provvedimento “in ragione di danni asseritamente sproporzionati che, in caso contrario, deriverebbero agli stessi, specie sotto il profilo reputazionale“.