Basket Nba, lo stato delle cose: the Chicago Bulls
Due previsioni sembravano sicure per i Bulls ad inizio stagione: il peggior record Nba e il licenziamento di Hoiberg. Not so fast, kid. Not so fast.
Nell’ordine: l’infortunio di Rondo che pone fine alle speranze di upset ai danni dei Celtics negli ultimi play-offs; la trade per cedere Butler a Minnesota, irrisa da tutti come un furto di Thibodeau ai danni dei Bulls; la scelta di draftare Lauri il finnico tra lo scetticismo di molti; il litigio Mirotic vs Portis; il buyout di Wade; il pessimo inizio di stagione con 3 vinte e 20(!) perse. E poi, cosa? Poi è tornato Mirotic ed è cambiato tutto. Realtà? Coincidenza? Esagerazione? A voi i nuovi Chicago Bulls.
Lo stato delle cose: 47 partite giocate, 18 vinte e 29 perse; ma dopo il 3-20 iniziale, i Bulls hanno vinto 15 delle ultime 24 partite disputate. In buona sostanza, dal ritorno in squadra di Mirotic (per di più giocando off the bench in una second unit dominata proprio dalla combo composta da lui e da Bobby Portis..) Chicago sta tenendo un serrato ritmo play-offs. Dodicesima nella classifica del pace Nba, i ratings dei Bulls risentono fortemente di quel pessimo inizio di stagione cui si è accennato prima: ventiduesimi per defensive rating e addirittura ventottesimi per offensive rating; però se si vuole un indice del progressivo e al contempo radicale miglioramento mostrato da Chicago nel corso della stagione basta indugiare brevemente sul TS% (true shooting percentage) complessivo dei Bulls come squadra- 48.5 in ottobre, 50.6 in novembre, 55.1 in dicembre e 57.4 attualmente nel mese di gennaio. Proprio un bel turnaround, il cui attore principale si chiama:
Evidente come, Mirotic essendo il più efficiente giocatore offensivo dei Bulls e Portis essendo il secondo più efficiente giocatore offensivo dei Bulls, la contestuale assenza di entrambi ad inizio stagione- Mirotic per convalescenza e Portis per provvedimento disciplinare irrogato autonomamente dai Bulls al proprio tesserato per quanto accaduto col compagno di squadra- avesse reso Chicago una squadra dalla dimensione offensiva più simile a certe squadre di Eurocup che ad una pur deficitaria squadra Nba. Tornati entrambi in gruppo, la squadra nel suo complesso ne ha vastamente beneficiato, non solo in attacco ma in entrambi i lati del campo.
A proposito di cose fatte bene: la scelta di scommettere sul talento finnico (ma svezzato nello stimolante ambiente di Arizona University) di Lauri Markkanen sta pagando dividendi innegabili:
Markkanen è arrivato in Illinois non da solo ma in un pacchetto di mischia includente l’infortunato ed appena rientrato in squadra ed in quintetto Zach LaVine e il playmaker ventitreenne Kris Dunn (al secondo anno nella lega). Detto di Markkanen e posto che l’avventura in maglia Bulls di LaVine è appena cominciata, è giusto dire qualcosa pure su Kris Dunn: per esempio che Dunn è il miglior difensore di Chicago con un defensive box plus/minus di +1.7 cui non si avvicina nessuno nemmeno di striscio all’interno del roster di Chicago a parte il sorprendente David Nwaba (recuperato dal marciapiede su cui l’avevano scaricato i Lakers durante la scorsa stagione) che insidia il primato difensivo del compagno con un invadente +1.5 a suo merito.
*I Bulls tornano in campo nella notte di mercoledì in trasferta contro i 76ers. PALLA A DUE.
**Ma poi Mirotic lo scambiano oppure no? Di sicuro non lo scambiano alla pari con Favors; e pare improbabile che Utah regali la propria first rounder ai Bulls per un giocatore in scadenza nel 2019. Da monitorare.