Basket Nba, lo stato delle cose: the Cleveland Cavaliers
Serviva un robusto cambio di passo, di sicuro è arrivato un robusto cambio di roster.
In piena crisi tecnica ed emotiva- con i Celtics dell’ex Irving e la banda ‘Masai’ di Toronto ad intestarsi la leadership della Eastern- i Cleveland Cavaliers avevano un drammatico bisogno di fare qualcosa prima che il mercato Nba chiudesse definitivamente le porte (buyouts a parte). In effetti, hanno fatto parecchio: fuori Thomas, Frye, Rose, Shumpert e Wade e dentro Hill, Hood, Clarkson e Nance. Meno esperienza e drammi personali, più entusiasmo e gambe buone per correre.
Lo stato delle cose: attualmente terzi ad est con 34 vittorie e 22 sconfitte. Tredicesimi per pace. Quinto miglior attacco Nba ma ventinovesimi per defensive rating– imperfettamente incastonati tra la terzultima difesa Nba detenuta da Sacramento e la peggiore in assoluto firmata Phoenix Suns. Non si vorrebbe farla troppo breve e troppo facile ma già il fatto di aver rimosso dal roster la non difesa di Thomas e Rose dovrebbe aiutare i Cavs ad essere un po’ meno porosi nella metà campo difensiva: non che Hood e Clarkson si siano mai distinti per essere due mastini difensivi ma si suppone che un veterano del calibro di George Hill tirerà adesso fuori di nuovo quelle cognizioni difensive che ne hanno contraddistinto la carriera invece di giocare al lasciapassare come in questi pochi mesi trascorsi ai Kings. Di sicuro una mano in difesa la darà un difensore poco conosciuto ma di sicuro rendimento come Larry Nance jr. a meno che il lassismo difensivo di Ceveland non risucchi pure lui. Fosse così, i Cavs avrebbero cambiato tanto per non cambiare in realtà proprio in niente. L’attacco, invece, dovrebbe venir facile: giocare con LeBron è uno spasso per chiunque abbia un’idea sensata su come muoversi per il parquet e farsi trovare liberi al posto giusto, segnare poi è un fatto di talento ed è quindi inevitabile pensare che a beneficiare più di tutti degli scarichi di King James sarà il talento vasto e vastamente discontinuo dell’enigmatico Rodney Hood; dovesse davvero sviluppare una qualche connessione cestistica col King di Cleveland potrebbe ricavarne benefici non solo nell’immediato ma anche nel prosieguo della sua carriera. Clarkson e Nance, invece, hanno giocato innumerevoli pick&roll uscendo assieme dalla panca per i Lakers di coach Walton- di certo non manca loro la chimica necessaria per i giochi a due.