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Biotestamento: la dignità della vita è legge dello Stato

Il biotestamento è legge. “Oggi è una giornata storica”: con 180 sì, via libera alla legge che regola la fine della vita.

Il Senato ha detto “sì” alle norme che regolano l’interruzione di vita, dopo uno stallo parlamentare durato ben otto mesi. Con 180 sì, 71 no e 6 astenuti, il testamento biologico è finalmente legge ed un grande applauso si leva in Aula.

A Palazzo Madama è stata definitivamente rispettata la dignità della vita e, soprattutto, la libertà di porre fine alla stessa, quando priva di dignità. Il biotestamento, anche detto dichiarazione anticipata di trattamentoliving will, è un documento nel quale viene registrata la volontà di un soggetto, capace di intendere e di volere, di dettare disposizioni circa l’applicazione o meno di trattamenti sanitari nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (c.d. “consenso informato”). Si parla, naturalmente, di malattie che costringono a trattamenti permanenti, con macchine o sistemi artificiali che impediscono una, sia pur minima, vita relazionare.

Alla votazione in aula hanno assistito anche Mina Welby ed altri esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, presente anche a piazza Montecitorio con un sit-in. Con la sua presenza, l’associazione ha testimoniato l’impegno in una battaglia condotta strenuamente da anni, per vedere riconosciute le “volontà previe di trattamento”. Lo scorso 5 dicembre, aveva infatti consegnato al Presidente del Senato, Pietro Grasso, ben 27mila firme, raccolte in calce all’appello di Dj Fabo, per un’immediata approvazione senza modifiche della legge sul testamento biologico.

Il Senato, ieri, ha ultimato in Commissione l’esame della proposta, approvando tutti gli otto articoli che compongono il provvedimento. Decisiva per il varo della legge è stata l’intesa fra M5s e Pd. I pentestellati da sempre favorevoli all’approvazione del testamento di vita. Forza Italia, invece, ha lasciato “libertà di coscienza”. Mentre il centro destra è rimasto compatto sul fronte opposto, così come il mondo cattolico, seppur diviso al suo interno.

Oggi, dopo mesi di forti tensioni all’interno della maggioranza, appelli di senatori a vita e sindaci di tutta Italia, la lunga battaglia ha avuto fine.

«Pur nella diversità delle opinioni, di fronte a noi dobbiamo tener presente la vita reale delle persone, i loro bisogni, le loro sofferenze, le loro aspettative. Possiamo dire di aver assolto al nostro compito quando, in coscienza, decidiamo secondo criteri di responsabilità, cercando tutti insieme la strada di maggior condivisione possibile anche sulle questioni più decisive.»

Così ha commentato, all’esito della votazione, il Presidente del Senato. “Atto di responsabilità“, “giornata storica“, queste le espressioni più utilizzate da chi, nei partiti e nelle istituzioni, ha lottato per questo traguardo, per questa legge.