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Camorra- Cardito, Crispano e Afragola: La caduta dei boss e il rischio di una nuova faida

Cardito, Crispano, Afragola, Caivano, Frattamaggiore, Frattaminore: Il feudo del clan Moccia è una polveriera pronta ad esplodere.

Dal maxiprocesso al clan Moccia che si concluse il 9 marzo dello scorso anno con ben 26 condanne, stando all’ultima relazione della DDA di Napoli, gli intrecci criminali, economici e politici, nei comuni di Afragola, Crispano, Cardito, Caivano, Frattamaggiore e Frattaminore, sono estremamente instabili e in costante cambiamento.

Il clan Moccia  che negli ultimi anni ha delocalizzato i propri centri d’interesse fuori dai confini campani,  sin dai tempi della sanguinaria guerra con la NCO di Raffaele Cutolo, ha costituito il nucleo centrale di un’organizzazione criminale  complessa, composta da clan satellite, senatori e colonnelli. Questa struttura ben congeniata che ha garantito equilibri stabili tra le diverse compagini legate al clan Moccia, ha dato i suoi primi segni di cedimento nel marzo 2016 quando il Tribunale di Napoli emise 26 condanne nei confronti di altrettanti esponenti del clan. Da quel momento, i clan che navigavano nell’orbita dello storico cartello afragolese, come il clan Cennamo di Crispano e il clan Pezzella di Cardito, hanno cominciato a viaggiare a velocità differenti  e a descrivere orbite diverse l’una dall’altra.

Negli ambienti della mala crispanese inoltre, la situazione è diventata ancora più delicata con la scomparsa del boss storico, Antonio Cennamo, meglio conosciuto come Tanuccio ‘o Malommo, avvenuta lo scorso febbraio per cause naturali. Dalla sua scomparsa  infatti, le strade della periferia a Nord di Napoli sono tornate a macchiarsi di sangue.  Vitale, Pistilli, Sciarra, tutti esponenti di spicco del clan Cennamo e tutti finiti nel mirino dei killer. Vitale per primo fu sorpreso dai killer a pochi metri dalla sua abitazione; Pistilli nel garage, mentre faceva rientro a casa insieme a sua figlia, i killer prima di sparare aspettarono che la ragazza facesse rientro a casa e per ultimo, Sciarra, assassinato sotto gli occhi di sua moglie e di suo figlio. Esecuzioni precise, chirurgiche. Tranne che nell’ultimo caso. Gioacchino Cennamo, figlio del boss Antonio Cennamo e, in ordine di tempo, ultimo bersaglio dei killer,  nell’agguato dello scorso 19 ottobre fu colpito di striscio tra la fronte e il naso mentre invece la sua compagna rimase gravemente ferita.

Le piste al vaglio degli inquirenti sono sostanzialmente due: Una interna che vedrebbe la riorganizzazione del clan attraverso la epurazione delle vecchie leve. In particolare, stando risultanze investigative, sia l’omicidio Vitale sia l’omicidio Sciarra, sarebbero  maturati tra i gangli della mala di Crispano.

La seconda pista invece è esterna e porterebbe al clan Pezzella di Cardito, guidato da Francesco Pezzella, detto pane ‘e grano, il quale, venuto a mancare il collante Moccia e l’interesse di questo  alle vicende del territorio che da Cardito si estende fino a Caivano e a seguito dell’uscita di scena dello storico boss rivale Tanuccio ‘o Malommo, starebbe tentando l’espansione. In questa direzione, in particolar modo, le indagini sull’omicidio Pistilli che in questa prospettiva, sarebbe legato a doppio filo all’omicidio di Francesco Angrisani  -elemento di spicco del gruppo di via Vannella Grassi– perpetuato a Scampia 5 ore prima dell’omicidio Pistilli.  I due agguati, di fatto, sarebbero stati posti in essere per far saltare la collaborazione tra i Cennamo e la cosca di via Vannella Grassi.

Nell’ultima relazione semestrale della DDA di Napoli, si legge che

Crispano,  Comune commissariato con decreto ministeriale del 23 marzo, appare ancora rilevante l’influenza del clan Cennamo legato al clan Moccia, che avrebbero proiezioni anche a CarditoCarditello, e sul territorio di Caivano.

Stando a quanto emerso dalle indagini, l’instabilità causata dall’uscita di scena del clan Moccia e dalla scomparsa del boss Antonio Cennamo, potrebbe aprire nuovi scenari di guerra tra compagini criminali silenti ma estremamente pericolose. L’ex feudo afragolese è una polveriera pronta ad esplodere.