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Casini bacchetta il PD: “La vostra gente la pensa come me”

“E’ la mia prima iniziativa dopo le elezioni, scusate ma devo dirvele certe cose, anche una per voi preoccupante: sui temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e della legalità nei vostri circoli la gente la pensava come me, io non mi sono dovuto adattare”.

Così Pier Francesco Casini, ex leader Udc, fa la paternale al PD nel circolo storico di Passepartout di via Galliera, approfittandosi del vuoto di potere formatosi dopo l’allontanamento di Renzi per cercare di dare una linea alla comunità dem, una linea che in questo momento manca come l’acqua nel deserto.

“Ragazzi – incalza – se la sinistra vuole continuare a farsi del male allora continui a lasciare il monopolio della legalità agli altri. L’accoglienza non può essere indifferenza rispetto a come la gente socialmente esposta vive l’immigrazione. Su questi temi io ho trovato totale sintonia con la pancia del Pd. Sta lavorando bene l’assessore Aitini, ma lo ripeto: lavorate sulla legalità. Guardate a piazza Verdi. Il Pd sulla sicurezza rischia di perdere Bologna”.

Casini poi commenta col suo personale punto di vista la campagna elettorale:

 “Io sono vincolato – la premessa – da un rapporto di lealtà con gli elettori di Bologna che mi hanno votato. Il mio vincolo morale è con il Pd che mi ha fatto votare”.

Poi l’analisi del voto del 4 marzo, le prospettive

“E’ demenziale a tre anni dalle elezioni amministrative dividersi su cose inesistenti – ha detto arrivando all’incontro -. E’ un argomento che non è nella mia agenda”. Durante la discussione, Casini è stato, se possibile, ancora più netto: quello sul futuro candidato sindaco “è un dibattito idiota a tre anni delle elezioni. Ci facciamo male mettendo gli uni contro gli altri i candidati. Ne parliamo tra due anni e tre quarti. Scusate la brutalità”.

 “Qui in campagna elettorale mi si contrapponeva a Errani. Si diceva che Casini era un noto conservatore che è pure vero… ora posso dirlo, le elezioni sono finite. Ma il problema non era Errani o Casini. Il fatto è che a sinistra del Pd c’era il 3%”. E questo, per l’esponente centrista, dovrebbe ridimensionare anche alcune critiche fatte al segretario dmissionario Pd, Matteo Renzi. Allora scatta la prima domanda: “Ma lei cosa ha trovato di conservatore nel Pd?”. “Tutto”, replica con ironia. “E’ un discorso lungo e profondo: la questione sociale è il problema”

E sul governo che verrà

“Visto che i vincitori non si sono messi d’accordo questa comunità sarà chiamata presto a scelte drammatiche”, avverte Casini. In pratica: o voto immediato o mettersi a disposizione per un patto di governo. Tema sul quale il deputato Pd Andrea De Maria propone un referendum tra gli iscritti. “Una grande forza come quella del Pd, che una storia ma anche un presente radicato nella società, non mancherà di dare il proprio contributo. Non ho mai creduto che stia sull’Aventino – spiega Casini –  I 5 stelle? Finora i veri assist li hanno lanciati a Salvin. Se la politica è una cosa seria i patti politici devono essere fatti seriamente, se non è una buffonata alle spalle degli elettori”. E ancora: “Con la mia esperienza politica posso fare solo analisi. Il cammino è ancora lungo. Diceva Mao: la strada è a zig zag, ma il futuro è luminoso. Ecco, speriamo di avere il futuro luminoso. Non escludo che si trovi una soluzione ma diciamo che siamo ancora ai preliminari”.

Infine, la coalizione: “Non esiste”, taglia corto il centrista. Ed “evitiamo di aprire un dibattito su questo. Già la situazione è lunare, rischiamo di sembrare extraterrestri”. Peccato che il dibattito era intitolato proprio: “‘Analisi di coalizione”. Forse, sorride il promotore Pietro Aceto, “abbiamo sbagliato tema”