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Central Division, i giovani Bucks pressano LeBron

In attesa di capire cosa ne sarà di Kyrie Irving, tutto il peso dei Cavs e dell’intero stato dell’Ohio è più che mai sulle spalle di LeBron. Dietro di lui, the Greek Freak e i suoi young Bucks provano la scalata alla vetta dalla Central. In coda i Bulls, in drastico rebuilding post Butler. Da valutare i Pacers, privi di George e i Pistons.

Detroit Pistons: Dopo una travagliata e deludente stagione, Stan Van Gundy ha provveduto ad apportare alcuni cambiamenti al roster dei suoi Pistons: ceduto Marcus Morris in cambio di Avery Bradley, lasciato partire Caldwell-Pope senza riceverne nulla in cambio a parte il necessario sollievo alla voce monte stipendi, firmata la guardia Galloway e il suo buon tiro da tre punti con un triennale da 18 milioni complessivi, sono inoltre arrivati il quattro stretch Tolliver (per lui un ritorno a Detroit con contratto annuale), il big man Moreland (molto bene in D-League l’anno scorso) che farà concorrenza al titano Marjanovic per i minuti da back up dietro Drummond e soprattutto la guardia tiratrice Luke Kennard proveniente da Duke University che promette di essere davvero uno dei migliori tiratori dell’ultimo draft Nba. Rifirmata pure la guardia Reggie Bullock, con annesse doti perimetrali e passione per la canapa (che gli costerà 5 partite di squalifica al principio della stagione 2017/2018). Depth chart: Jackson, Bradley, Johnson, Harris, Drummond; + Smith, Galloway, Kennard, Leuer, Marjanovic; + Bullock, Hellenson, Tolliver, Moreland. Giocatore barometro: Stanley Johnson- dovesse partire titolare, o esplode lui o esplode il suo coach.

Detroit’s finest

Indiana Pacers: Lo scambio è piaciuto a pochi. Meglio, a nessuno- tifosi dei Thunder a parte. In effetti, Oladipo-Sabonis per Paul George non sembra esattamente un gran che. Probabile abbia inciso molto il grande seguito di cui Oladipo ha sempre beneficiato nello stato dell’Indiana dopo i begli anni passati alla locale università degli Hoosiers. Mah. Comunque oltre ad Oladipo e Sabonis, sono arrivati ad Indianapolis anche il play Darren Collison (biennale da dieci milioni l’anno, il secondo anno solo parzialmente garantito), lo scorer croato Bojan Bogdanovic (contratto quasi identico a quello di Collison), il play canadese Cory Joseph reduce da una buona stagione in maglia Raptors; al draft, invece, i Pacers hanno pescato a pieni mani tra i compagni di squadra di Lonzo Ball a UCLA: prima T.J. Leaf, stretch four con buona mano grande acume cestistico e mediocre difesa e poi al secondo giro Ike Anigbogu, atletico centro con grande potenziale difensivo ma il cui draft stock è precipitato a giugno a causa di forti riserve mediche relative alle condizioni del suo ginocchio. Sempre dal secondo giro dell’ultimo draft è arrivato pure l’esplosivo play Edmond Sumner da Xavier University, giocatore di talento ma reduce dalla rottura dei legamenti. Depth chart: Collison, Oladipo, Stephenson, Young, Turner; + Joseph, Bogdanovic, Robinson, Leaf, Sabonis; + Jefferson(?), Anigbogu. Giocatore barometro: Myles Turner.

Oladipo is back home

Cleveland Cavaliers: Senza Irving non sarà la stessa squadra. Impossibile che dallo scambio Cleveland esca rafforzata, probabile che ne esca invece indebolita. Intanto è arrivato in Ohio Derrick Rose, reduce- a livello individuale- da una discreta stagione in maglia Knicks. Acquisto sensato, se finalizzato a dare una scossa realizzativa al dormiente secondo quintetto di Cleveland; molto meno sensato se Rose dovesse finire in quintetto a ridurre le spaziature di LeBron. Addizione a prezzo di saldo dato che Rose ha firmato un veteran minimum contract (annuale) dal valore poco superiore ai 2 milioni di dollari. Stesso contratto anche per José Calderon che fungerà da third string point guard e Jeff Green che fungerà da…mediocre giocatore secondo le sue caratteristiche. Interessante lo sbarco Nba dello swingman turco Cedi Osman, una versatile ala piccola di indubbio potenziale- atletico, buoni istinti difensivi, capace in campo aperto, tiro in sospensione decisamente da migliorare. Rifirmato, inoltre, Kyle Korver con un triennale da 22 milioni complessivi (ma il terzo anno è solo parzialmente garantito). Depth chart: Irving(?), Smith, James, Love, Thompson; + Rose, Korver, Shumpert, Green, Frye; + Jefferson, Osman, Calderon. Giocatore barometro: Kevin Love– ventinove anni sono troppo pochi per essere già in declino, a cessione di Irving ultimata sarà compito dell’ex Minnesota non far affogare LeBron in un mare di solitudine.

Friends? Not anymore

Chicago Bulls: Il rebuilding è iniziato la notte del draft con lo scambio che ha spedito Jimmy Butler a Minnesota da coach Thibodeau in cambio del play Kris Dunn, la guardia tiratrice/schiacciatrice Zach LaVine e la numero 7 del draft nelle sembianze del quattro tiratore finlandese Lauri Markkanen da Arizona University. Ceduto Butler e tagliato Rondo, l’unico componente del trio ancora a libro paga dei Bulls è il nativo di Chicago Dwyane Wade, depositario di un ultimo anno di contratto dall’importo pari a 24 milioni di dollari; per ora, nessun buyout in vista per l’ex stella di Miami. Confermato il lungo brasiliano Cristiano Felicio, beneficiario di un quadriennale da 32 milioni complessivi; firmata la guardia Justin Holiday ad un biennale da circa 4.5 milioni l’anno; assorbito il contratto (non garantito) della guardia David Nwaba dopo il suo taglio da parte dei Lakers quest’estate. Ancora da definire la situazione Mirotic: il montenegrino di passaporto spagnolo è restricted, i Bulls possono quindi pareggiare eventuali offerte; il punto è che per ora non si sono viste offerte né da Chicago né dalle altre ventinove franchigie Nba- ma soprattutto, avendo già Markkanen e Bobby Portis a spartirsi i minuti allo spot numero 4, a che servirebbe Mirotic? Depth chart: Dunn, Wade, LaVine, Markkanen, Lopez; + Grant, Holiday, Zipser, Portis, Felicio; + Valentine, Payne. Giocatore barometro: Lauri Markkanen– molto scetticismo attorno al finnico, eppure lo stesso scetticismo circondava due anni fa un tale Kristaps P.

Il finnico

Milwaukee Bucks: In pratica, una telenovela lunga quasi due mesi per chi dovesse assumere la carica di GM della franchigia dopo l’addio di John Hammond direzione Orlando. Alla fine la soluzione interna Jon Horst ha prevalso sulla soluzione interna Justin Zanik (poi finito ai Jazz). Quanto al roster: rifirmato lo swingman Tony Snell (quadriennale da 11 milioni l’anno) e draftati l’atletica ala forte D.J. Wilson al primo giro e l’interessante guardia Sterling Brown al secondo giro. Del resto di spazio salariale per fare alcunché non ce ne era causa contratto di Monroe (expiring), contratto di Hawes (expiring, per carità) e contratto di Teletovic (altri due anni a 21 milioni complessivi, non bene). Comunque la cosa davvero decisiva per Milwaukee è che il notevole all round noto come Khris Middleton e il potente scorer noto come Jabari Parker siano entrambi in salute e pronti a fare da scudieri al cerbiattone greco-nigeriano noto come the Greek Freak, Giannis Antetokounmpo. Depth chart: Brogdon, Middleton, Antetokounmpo, Parker, Maker; + Dellavedova, Snell, (Snell), Teletovic, Monroe; + Henson, Vaughn, Wilson. Giocatore barometro: Scott Faust, il trainer.

Antetokounmpo, Parker e Brogdon