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Quando da Cinderella a Tinder-ella basta poco…

Tinder: si salvi chi può!
Qualche tempo fa tutti mi parlavano di questo Tinder e io manco sapevo cosa fosse, ignara dei colpi di fulmine cibernetici che ogni giorno, a quanto pare, svolazzavano nell’etere intorno a me.
Cosa è Tinder?
E’ una dating-app che connette i profili di Facebook giudicandoli compatibili o meno grazie ad un algoritmo. Affidiamoci dunque a questa scienza.
Con il GPS inoltre possiamo impostare il raggio di ricerca della nostra “preda”.
Lo vogliamo a 10, 40 o siamo disposti anche a percorrere 100 km? Questo lo decide la tua pigrizia.
Foto, età e descrizione facoltativa. Ok.
Et voilà! Ho Tinder.
Scopro subito che è semplice come il salvavita Beghelli; un cuoricino se ci piace e una x se no. Qualora l’interesse fosse reciproco allora scatta il “match”.


Inizio a sfogliare le pagine di questo catalogo umano con l’interesse che rivolgo alla rivista “Famiglia Cristiana” e mi appaiono nell’ordine: molto grasso(x), uomo seminudo(x), troppo palestrato (x), un cane (x), uno del mio paese (x), biondo (x), brutto sorriso (x), il Duomo di Milano (x), un auto (x), uomo con figlio (x), un deejay (x). Insomma Nope come se piovessero.
Quando sto per disinstallarlo, appare Dario 35, bello e non sembra avere grossi problemi psichici dalla foto. Scatta il cuoricino. Match!
Mi scrive subito “Ciaooo! Come vaaa? Che bella che sei!”.
Quell’abbondanza di aaa e ooo mi manda in crisi. Annullata compatibilità!
Poi c’è Daniele 32. Foto con zaino in spalla in Tibet, bel sorriso, cuoricino e chat.
Approccio naturale. Rispondo il più naturalmente possibile anch’io. Ho fiducia in Daniele e nel Tibet. Scambiamo due parole, solita roba: che fai nella vita, dove abiti, com’è il tempo dalle tue parti, che palle questa pioggia. Mi annoio. Ed è stand-by.
Danilo 30 è invece più immediato e mi scrive: Ciao! Vedo che siamo a 7 km, ci vediamo?
Non avevo alcuna intenzione di incontrare sto tizio. Non sapevo nulla, a parte il fatto che era andato al mare un giorno e che aveva sicuro 3 amici (come vedevo dalla foto) e che ad entrambi piaceva la pagina di Fb sui Concerti gratuiti in Campania.
Mi sono domandata “Sono davvero così all’antica?”. La risposta è arrivata in un lampo:NO! Sono una femminista convinta. Sono in gamba, intelligente e libera.
Ometto racconti, seppur divertenti, di approcci esplicitamente fisici, di chat inutili e chiacchierate anonime. Quelli li lascio per gli inciuci con le amiche.
Vero è, che quando conosciamo qualcuno, nella realtà, subito decidiamo: si/no, mi piaci/non mi piaci, hai un buon odore, che bel sorriso, è banale, che presuntuoso, figo.
Insomma, una prima impressione l’abbiamo tutti.
Il punto è che nella vita reale subentra l’attesa. Ci vuole tempo: ci vogliono incontri, uscite, parole, sguardi, ci vuole che qualcuno si faccia avanti e superi la “comfort zone“. Ci vuole quel pizzico di coraggio, ma ricordiamo che ho guardato troppi cartoni Disney.
Tinder non è lo strumento adatto a me, che credo ancora nell’off-line.
Inizio disinstallazione.
Cinque giorni, 26 match, 14 chat (i restanti spero stiano bene).
Questo è quello che ho capito:
-Tinder è per i pigri
-Conosci il meteo meglio di Giuliacci
-Siamo una generazione che affonda nella solitudine
-Preserviamo la timidezza e l’arrossire
-Il tasto che manda avanti l’universo è “elimina conversazione”
-Tinder mi rende meno femminista?
-Spero Daniele 32, stia bene in Tibet. Ogni tanto lo penso.

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