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Clan Moccia. Parla il pentito:”Dichiarai il falso per il controllo di Cardito e Frattamaggiore”

Si torna a parlare di Luigi Moccia, il Papa dell’omonimo clan egemone nei Comuni della periferia a Nord di Napoli, arrestato 7 giorni fa nella sua casa ai Parioli di Roma.

Le 736 pagine dell’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Tommaso Parrella, portano alla luce la complessa rete di  rapporti economici e criminali del clan.

Il potere dei Moccia, spiegano gli inquirenti, era tale da influenzare persino le dichiarazioni degli affiliati.
A svelarlo gli stessi collaboratori di giustizia.

In diverse circostanze –dichiarano al gip- abbiamo detto il falso.

Come nel caso del processo per l’omicidio di Salvatore Natale, alias Tore ‘o zuoppo, ucciso a Caivano nel ’99. A svelarlo è Rocco D’Angelo, ex affiliato al clan Moccia ed oggi collaboratore di Giustizia.

Moccia Luigi è stato il mandante dell’omicidio Nataleha dichiarato D’Angelo ai Magistrati tutti gli omicidi commessi da Cennamo Antonio, Pellino Modestino, Puzio Michelino e Favella Francesco, sono stati ordinati da Luigi MocciaFilippo Iazzetta ed Antonio Moccia in quanto capi del clan. Luigi Moccia in particolare, gode di una fitta rete di rapporti, anche con membri delle forze dell’Ordine. Come il caso di un ispettore della penitenziaria di Poggioreale. Questo è addetto allo smistamento dei detenuti. Attraverso questi, Moccia Luigi, manda le imbasciate, cioè comunica con i sui affiliati. Sia attraverso i detenuti, sia attraverso i familiari dei detenuti.

A proposito dell’omicidio Natale, D’Angelo spiega che apprese la notizia da Marino il quale sottolineò che era stato deciso da lui, Legnante e Moccia Luigi.

In quanto membro del clan –continua D’Angelo– ne parlai sia con Angelino Giuseppe sia con Favella Francesco. A questi avevo chiesto perché il clan aveva dato il controllo del territorio di Caivano a Angelino Luigi, alias ‘o Paesano. Loro mi spiegarono che l’Angelino si era guadagnato il territorio perché aveva svolto un ruolo importante nell’omicidio Natale.

Il giorno dell’udienza preliminare del processo per l’omicidio Natale –precisa D’Angelo– mi incontrai con Luigi Moccia nelle camere di sicurezza di Poggioreale. Nei pochi minuti che avevamo a disposizione, il Moccia riepilogò quanto avrei dovuto dire di lì a poco dinanzi ai Giudici. Quando Favella, prima del processo mi propose di presentare falsa testimonianza per favorire il Moccia, mi disse che se lo avessi fatto sarei divenuto responsabile dei Comuni di Cardito, Carditello e Frattamaggiore. In quel periodo, sia Pellino che Cennamo che Pezzella erano detenuti. Dopo il processo questo è avvenuto. Ho controllato quei territorio insieme a persone a me vicine dal 2003 fino al 2004, cioè fino al mio arresto.