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Clan Moccia sotto scacco: 45 ordinanze di custodia cautelare

Vero e proprio scacco al clan Moccia di Afragola. 45 ordinanze di custodia cautelare. Il blitz  su indagini coordinate dalla Dda della Procura di Napoli, con agenti della Dia, oltre che di polizia, carabinieri e guardia di finanza.

Le indagini, che si sono avvalse del contributo di collaboratori di giustizia, si basano anche su intercettazioni di colloqui in carcere che hanno portato al sequestro di manoscritti con cui i detenuti del clan comunicavano con l’esterno. Gli inquirenti hanno ricostruito, oltre al gruppo di vertice, anche quello dei cosiddetti ‘senatori’ indicati come ‘affidatari delle direttive’: Salvatore Caputo (deceduto), Domenico Liberti, Maria Luongo, Pasquale Puzio e Antonio Senese. E’ stata ricostruita la più recente conformazione del clan Moccia, le responsabilità del suo vertice assoluto, dei dirigenti e dei relativi referenti sul territorio, le modalità di comunicazione tra gli affiliati, anche detenuti, la capillare attività estorsiva, l’imposizione delle forniture per commesse pubbliche e private, la ripartizione tra i componenti del clan , liberi e detenuti, dei profitti illeciti e le infiltrazioni negli apparati investigativi

Le indagini hanno portato alla luce i profondi contrasti esistenti tra alcuni dei cosiddetti senatori, ed hanno evidenziato il ruolo di primo piano assunto da Modestino Pellino, sorvegliato speciale domiciliato a Nettuno e ucciso il 24 luglio 2012, subordinato solo a quello del capo indiscusso dell’associazione Luigi Moccia, già sottoposto a libertà vigilata a Roma, dove aveva da tempo trasferito i propri interessi.L’ organizzazione era radicata in diverse zone della provincia di Napoli, da Afragola a Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Crispano, Caivano e Acerra, fino al Lazio. Le accuse contestate vanno dall’associazione mafiosa, alla detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e riciclaggio di ingenti somme di denaro.