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Clan Moccia: un pentito racconta la “batteria” casoriana

Un pentito racconta le attività criminali di una costola del clan Moccia. Quella della cosiddetta “batteria” casoriana. In prima pagina il giro di estorsioni…

Arrivava a mettere a punto anche fino a 100 estorsioni. A parlare è il pentito Alessandro Iovinella: svela il giro di affari della “batteria” casoriana guidata da Michele Puzio. Le parole di Iovinella sono tra i retroscena che hanno portato al blitz di due giorni fa: 5 ordinanze di custodia cautelari per altrettanti personaggi appartenenti ad una costola del clan Moccia. Mente e braccio del raid incendiario ai danni di un autocompattatore della Go service.

Il pentito parla di un gruppo molto attivo, soprattutto nel campo delle estorsioni. Proprio sull’episodio ai danni della ditta di rifiuti, Iovinella esprime perplessità. Si parlava di un’azione da compiere fuori territorio: a confine con Acerra. Per questo c’era perplessità per lo sconfinamento dalla zona casoriana. Secondo gli stessi inquirenti, questa titubanza avrebbe scatenato la rabbia di Michele Puzio. Un sms di fuoco sarebbe stato inviato a Maldarelli : la minaccia era quella di eseguire l’ordine al più presto. Il messaggio è stato inviato ad una sorta di intermediario in quanto Iovinella era ritenuto solo un dipendente del gruppo.