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“Con Zingaretti il Pd sta perdendo sua credibilità”

Un cambio di marcia deciso con un Partito Democratico non più accondiscendete verso gli alleati del Movimento 5 Stelle.  Ma, soprattutto, con Zingaretti si sta perdendo credibilità.

A pensarla così è il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori. In una intervista a Repubblica torna a chiedere un congresso per cambiare il leader, Nicola Zingaretti, al più presto:

 “Non domani mattina, ma è quello che serve. Zingaretti lo sa tanto che per primo, a dicembre, ha annunciato un grande congresso di “rifondazione”. Bene, facciamolo. Lui stesso è consapevole di aver condotto il partito a fare scelte diverse da quelle con cui si era candidato. A cominciare dall'”alleanza strategica” con M5S, che è cosa ben diversa da una necessaria collaborazione di governo”.

In questa fase, infatti, serve un Pd molto più incisivo, soprattutto in campo economico:

“perchè in autunno potrebbe essere troppo tardi per salvare il Paese. In questa fase così difficile  serve un Pd molto più determinato e incisivo. Il punto è quello posto dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: quest’ anno avremo un crollo del Pil, tra il 9 e il 13 per cento, e rischiamo di perdere tra 1,2 e 2 milioni di posti di lavoro. È arrivato il momento di accelerare le riforme di cui il Paese ha bisogno. I sussidi servono per tamponare l’emorragia, ma non bastano. Dobbiamo tornare a far crescere l’Italia, di almeno l’1,5 per cento all’anno, o saremo travolti. E il Pd, come forza di sinistra e di governo, ha il dovere di fare, non solo di enunciare, le cose che servono per ottenere quel risultato”.

Poi rincara la dose affermando che lo stesso Partito democratico dovrebbe essere il partito del lavoro, punto di riferimento dei lavoratori, degli operai e degli imprenditori, dei precari e delle partite Iva, delle donne e dei giovani:

l’accordo con i 5 Stelle ha spostato il nostro baricentro sulla protezione sociale, come se potesse esistere senza creazione di ricchezza e crescita. Vedo ritornare vecchi pregiudizi anti-impresa e l’idea dello Stato imprenditore, tendenza Mazzuccato. Non possiamo interpretare questo rapporto come un’alleanza strutturale in cui pur di andare d’accordo si sacrificano tratti fondamentali della nostra identità

 

 

Gori poi precisa di non avere un proprio candidato alla guida del Pd. E sull’ipotesi Stefano Bonaccini, sottolinea:

“Non ho candidati. L’unico “non candidato” è il sottoscritto. Per il resto, chiunque interpreti con coraggio questa impostazione per me è un buon candidato”