Un vero e proprio “no politico” della Lega ha fatto letteralmente sbottare il premier Giuseppe Conte dopo aver terminato la conferenza stampa di ieri a palazzo Chigi…
Era passata solo un’ora, un’ora da quello che, a detta di tutti, era sembrato un vero e proprio ultimatum a Luigi Di Maio e Matteo Salvini sul prosieguo dell’esecutivo Lega-M5s: collaborare ed andare avanti con le riforme, oppure chiuderla qui. Poi accade che alle ore Ore 20 a Palazzo Chigi Conte riunisce i vertici di maggioranza sullo sblocca cantieri. Guarda caso risulta assente proprio il ministro dell’interno che è a Cremona per un comizio. Proprio qui, nel capoluogo della provincia lombarda, lancia un’altra delle sue perle:
“Per me ieri era la Festa della Repubblica. Ho visto che per qualcuno era la Festa dei Rom… Aspettiamo l’ufficializzazione della festa del borseggiatore”
Riferimento a Roberto Fico, per il quale la festa di ieri era anche di rom e sinti. Ma torniamo al premier, per il quale l’incontro deve solo sciogliere un nodo:la volontà della Lega di vedere approvato l’emendamento cosiddetto Salvini: sospensione dell’efficacia del codice appalti per 2 anni. Andrebbe a risolvere alcuni intoppi: in sostanza uno sblocca cantieri. Al tavolo oltre a Conte ci sono i capigruppo Patuanelli e Romeo, il ministro Toninelli. I sottosegretari Crippa, Santangelo e Valente. Il primo ministro chiede di eliminare tutte le proposte non concordate: partendo proprio dall’emendamento Salvini. In questo modo il dl sblocca cantieri potra’ proseguire il cammino nell’aula del Senato.
Il programma viene interrotto da una variabile. Si chiama Massimo Garavaglia ed è il viceministro all’economia della Lega, il quale si rifiuta in nome di un mandato politico. A questo punto Conte non può far altro che prendere atto della cose:
“Va bene, e allora andiamocene tutti a casa”
Detto agli altri che lasciano così Palazzo Chigi…