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Coronavirus: un morto in provincia di Padova

Due mesi dopo il primo caso registrato a Wuhan, il Coronavirus giunge anche in Italia: 15 sono i contagiati individuati al momento in Lombardia e uno in Veneto mentre il diciassettesimo, un anziano di 78 anni, purtroppo non ce l’ha fatta.

È morto nell’ospedale di Schiavonia, dove era ricoverato, stasera poco dopo le 22,45. A confermare la notizia il Governatore del Veneto Luca Zaia. 50mila cittadini in provincia di Lodi sono, di fatto, in quarantena a casa loro.

Il Premier Giuseppe Conte ha invitato tutti alla calma:

“Manteniamo altissima la linea di precauzione. Dovete fidarvi, stiamo adottando tutte le iniziative necessarie per la popolazione, niente allarmismo sociale e niente panico”.

Al momento non è certa l’identità del portatore del virus che, dunque, potrebbe aver contagiato altre decine di persone in diverse parti d’Italia. Mentre è noto, il ‘caso indice’: un 38enne di Codogno che martedì 18 si è presentato all’ospedale con sintomi influenzali ma che, al termine della visita, è stato rimandato a casa. Il giorno dopo l’uomo è tornato e stavolta i test hanno indicato che era positivo al Coronavirus. Immediato è scattato l’isolamento al Sacco di Milano.

Non è ancora chiaro come abbia preso il virus, l’ipotesi prevalente è che possa esser stato contagiato durante una cena con un suo amico rientrato dalla Cina il 21 gennaio. Agli inizi di febbraio, tra l’1 e l’8, ha accusato dei sintomi influenzali e proprio in quei giorni ha incontrato il 38enne. L’uomo è pero’ risultato negativo ai test, il che può significare 2 due cose:

  1. non è lui il portatore
  2. ha avuto il virus, è guarito e ha sviluppato degli anticorpi.
    Lo diranno i risultati degli esami del sangue in corso allo Spallanzani.

Il virus però si è diffuso in almeno  altre 14 persone: la moglie (un’insegnante che è in maternità e quindi non ha avuto contatti con gli studenti), un suo amico con cui corre abitualmente, 5 tra medici e sanitari e 3 pazienti dell’ospedale di Codogno, 3 anziani tra i 70 e gli 80 anni, i clienti di un bar gestito dal padre dell’amico corridore ed una quattordicesima persona di cui non si sa niente, se non che non è il medico di base che aveva visitato il 38enne.

Il lavoro che si sta facendo ora è ricostruire tutti i contatti avuti da queste persone.  La Regione, d’intesa con il Governo, non ha potuto far altro che far scattare una serie di “misure restrittive” in 10 comuni, un’area dove abitano 50mila persone. Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e Sanfiorano sono in isolamento.

Il ministro della Salute Roberto Speranza spiega:

“Il piano adottato prevede scelte forti: una permanenza domiciliare ‘obbligatoria’ e la sospensione di ogni manifestazione pubblica, di attività commerciali, lavorative, sportive e scolastiche. Dobbiamo trattenere il virus dentro quell’area”.

E conferma le misure già adottate: obbligo di quarantena “fiduciaria” per chi torna dalla Cina e sorveglianza attiva per chi è stato nelle aree a rischio, con obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie al rientro in Italia. Sono inoltre già pronte anche due caserme della Difesa a Milano e Piacenza con 180 posti, per accogliere chi dovra’ andare in quarantena. E non e’ escluso, lo ha ribadito anche oggi il Commissario Borrelli, che possano essere requisiti anche degli alberghi.

In Veneto invece due anziani di Vo’ Euganeo di 78 e 67 anni sono risultati positivi ai primi test e sono stati ricoverati all’ospedale di Padova. Il 78enne, pero’, non ce l’ha fatta ed e’ morto nella tarda serata. I due, ha detto il governatore Zaia, non sono mai stati in Cina e non hanno avuto contatti con persone rientrate dal paese asiatico.