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Crispano – È guerra di camorra. Ecco le ipotesi degli inquirenti

Crispano, 3 omicidi in 4 mesi. Dopo Mauro Pistilli e Antonio Verracchio, anche Antonio Vitale finisce nel mirino dei killer.

Il sangue torna a bagnare le strade della periferia a Nord di Napoli. Dopo l’agguato perpetuato ai danni di Antonio Vitale -53 anni di Crispano–  le ipotesi battute dalle forze dell’ordine sono sostanzialmente due.
La prima è quella di una possibile epurazione interna. Antonio Vitale infatti era  un pezzo da 90 della cosca di Tanuccio ‘o malommo  e per diverso tempo, ne è stato anche considerato dagli inquirenti, il reggente. Il decesso del vecchio boss, avvenuto lo scorso febbraio a Gaeta, potrebbe aver aperto una guerra interna per la successione al trono.  Ipotesi accreditata dal fatto che i killer fossero a conoscenza di dettagli importanti della vita dei loro bersagli. Vitale infatti è stato ucciso a pochi metri dalla sua abitazione, davanti al bar gestito dalla sorella; Pistilli è stato sorpreso addirittura all’interno del suo garage e si è aspettato, prima di sparare, che la figlia entrasse in casa; l’agguato a Verracchio è avvenuto proprio sotto la sua abitazione. L’altra ipotesi al vaglio degli inquirenti, è quella che vedrebbe un’unica matrice dietro gli omicidi:quella del clan Pezzella di Cardito. Venuto infatti a mancare -stando ad alcune informazioni degli investigatori- l’interesse della cosca afragolese dei Moccia  alle vicende della zona tra Cardito, Crispano, Frattamaggiore e Caivano, il clan Pezzella  avrebbe lanciato l’offensiva per mettere definitivamente fuori gioco i Cennamo e prendere il controllo dei territori. Tutto sarebbe cominciato con l’omicidio Pistilli, legato a doppio filo all’omicidio di Francesco Angrisani  -elemento di spicco del gruppo di via Vannella Grassi– perpetuato a Scampia 5 ore prima dell’omicidio Pistilli. I due agguati, di fatto, sarebbero stati posti in essere per far saltare la collaborazione tra i Cennamo e la cosca di via Vannella Grassi.