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Decreto Dignità, ecco perché il PD potrebbe votarlo

Il Decreto Dignità è uno dei provvedimenti a cui il Movimento 5 stelle sta dedicando maggiori attenzioni. In questi giorni alcune anime del PD stanno lasciando intendere il loro parere favorevole alla misura, seppur con qualche accorgimento:

“Se Di Maio sceglie di incentivare la stabilizzazione dei contratti a termine, corregge in modo importante il Decreto Dignità e sceglie la strada giusta per combattere la precarietà”.

Lo dichiara Cesare Damiano, del Partito Democratico, che però va oltre:

“L’importante è che se ne sia accorto, anche se con ritardo. Pensare che il decreto, per come è congegnato, fosse la ‘Waterloo della precarietà’, era un misto di ingenuità e presunzione. Adesso che la discussione inizia alla Commissione Lavoro della Camera, bisogna entrare nel merito e dire ciò che va e ciò che non va”.

E qui c’è l’appello al suo PD:

“Un partito di sinistra come il Pd non può essere contro le causali: vanno solo scritte diversamente prevedendo, ad esempio, un regime transitorio che applichi la normativa ai nuovi contratti a termine, quelli stipulati a partire dalla conversione in legge del decreto. Sull’aumento delle mensilità di risarcimento in caso di licenziamento individuale illegittimo, portate fino a un massimo Di 36 mesi, occorre osservare che si tratta della fotocopia della proposta approvata dalla Commissione Lavoro della Camera nella passata legislatura. Purtroppo il Governo, a mio avviso sbagliando, non fu d’accordo. Spero che il Pd non ostacoli questa misura”.

Al di là di quanto possa pensare Matteo Renzi, Damiano analizza anche i punti su cui c’è già un accordo pieno:

“Non dovrebbero invece esserci dubbi circa la diminuzione della durata dei contratti a termine da 36 a 24 mesi: viene ripreso un emendamento presentato nella passata legge di Bilancio dall’onorevole Gribaudo del Pd, attuale responsabile Lavoro del Partito. Quindi immagino un coerente disco verde”