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Depressione: Boom di diagnosi nel mondo del calcio

Certificati di depressione, stress e traumi psichici. Sono stati diversi i casi di calciatori che hanno presentato una documentazione di tipo psichiatrica in momenti di tensione con la propria società, a cui tifosi e commentatori hanno creduto poco. Un fenomeno che preoccupa anche gli psichiatri che vedono nell’inflazione di diagnosi non fondate” conseguenze negative sia per chi ha davvero problemi psichici e sia per la credibilità stessa della psichiatria.

Nessuno è immune dalla depressione“, chiarisce all’Adnkronos Salute Bernardo Carpiniello, presidente Società italiana di psichiatria. E’ una malattia che non ha confini né geografici, né economici e neppure di età. Anche ragazzi giovani e di successo possono essere colpiti. Ma, senza voler entrare nei singoli casi, si nota la coincidenza di tempi e di opportunità nella presentazione di certificati medici con diagnosi psichiatrica di diversi calciatori. E colpisce anche il numero di commenti negativi che questi comportamenti hanno provocato sui social”.

“Quello che ci preoccupa – continua – è che si utilizzi la certificazione di una malattia psichiatrica senza che la diagnosi sia suffragata dalle necessarie competenze specialistiche, considerando che qualsiasi medico, per legge, può rilasciare un certificato di malattia. Il nostro timore è che si alimenti il miscredito sulle diagnosi psichiatriche e sull’affidabilità dei clinici. Ma anche che cresca la diffidenza verso i malati rafforzando i pregiudizi sul fatto che possano essere simulatori”.

Il presidente degli psichiatri ricorda che “la diagnosi psichiatrica è qualcosa di molto serio, non è facile e necessita competenza clinica. Soprattutto quando si tratta di condizione a limite. Vanno distinte le manifestazioni generiche depressive, legate a situazioni di difficoltà che chiunque può vivere dalla malattia che ha sintomi, anche fisici, specifici. E tutto ciò richiede una competenza ad hoc”.

La depressione maggiore, dice ancora Carpiniello “è una delle principale cause di disabilità e di giornate di lavoro perse come indica l’Organizzazione mondiale della Sanità. Un’emergenza sanitaria su cui sarebbe tragico rafforzare pregiudizi”

AdnKronos