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Di Maio caccia i giornalisti dal ristorante. Solo una bufala?

‘Luigi Di Maio entra in un ristorante e caccia i giornalisti’. Basta questo per alzare un polverone mediatico ma allo stesso tempo è bastato l’intervento del ristoratore per placarlo.

I tre giornalisti ‘cacciati’ sarebbero Mario Ajello del Messaggero, Luca De Carolis del Fatto Quotidiano e Gabriella Cerami dell’Huffington Post. A raccontare i fatti lo stesso Mario Ajello sul suo giornale:

Intanto all’ingresso spuntano Di Battista, Cancelleri, Casaleggio, Di Maio e Dettori, che è una sorta di ruvido factotum della Casaleggio Associati. Vedono i tre giornalisti e si bloccano. Escono sulla strada. Confabulano. Poi Di Maio rientra e si dirige verso il padrone del ristorante, Gigi, un tipo abituatissimo da sempre a trattare con politici e con giornalisti, ma stavolta si accorge dell’atteggiamento guardingo e sospettoso dei nuovi arrivati. Capisce al volo che i grillini vogliono il locale soltanto per se stessi. E Di Maio, subito, chiarisce il concetto: “O noi o loro”. Ossia: o i giornalisti smammano, anche se hanno già cominciato a mangiare il pane e a bere l’acqua minerale e stanno per ordinare tutto il resto, oppure, nonostante la tavola sia già pronta, ad andarsene saranno gli ultimi arrivati ma che si sentono i più importanti. Che fare?

I giornalisti si alzano e se ne vanno. I grillini si sentono liberati. E Casalino sembra l’unico che capisce la volgarità che la sua compagnia ha appena compiuto. “Dovete capire”, comunica ai giornalisti ormai in strada e in cerca a tarda notte di un altro posto dove cenare: “Luigi (inteso come Di Maio, ndr) è stanco morto. Dopo tre mesi di campagna elettorale in Sicilia è sfinito. È stanco, stanco, stanco e aveva voglia di rilassarsi a tavola senza altri stress”. I giornalisti trasecolano per tutto ciò che è avvenuto. Si sentono umiliati (loro avrebbero dovuto dire ai grillini di andarsene, visto che non glielo ha detto nessun altro?) e sono presi allo stesso tempo da un senso di pena verso una politica ridotta a sopraffazione.

A smentire la tesi del giornalista è il ristoratore Gigi Mangia che in una nota pubblica spiega come è andata la vicenda:

Ieri sera (venerdì ndr) intorno alle 22 ho ricevuto una prenotazione: con cortesia mi si chiedeva se potevo ricevere una ventina di persone intorno alla mezzanotte. Dopo la mia conferma mi hanno prenotato a nome del Movimento Cinque Stelle. Poco prima di mezzanotte tre giornalisti, due dei quali erano già stati ospiti del mio ristorante, sono arrivati. Li ho accolti con gioia, i rapporti che in questa settimana si sono consolidati giustificavano questo sentimento. Avevo appena portato l’acqua ed è entrato il signor Grillo con alcuni collaboratori.

Dopo i saluti il signor Grillo si è avviato al bagno e io sono uscito fuori perché si era formato un grosso capannello di curiosi. Desideravo chiudere la porta e, vista l’ora, desideravo procedere celermente alla comanda.

Rientrando ho trovato i giornalisti in piedi e contrariati, il signor Ajello dicendo di non voler causare danno sarebbe andato via. Io, in fede, non sono stato testimone di alcun alterco e di nessun ultimatum o minaccia, non capivo la loro scelta di andar via uscendo mi hanno spiegato che se loro fossero rimasti, gli altri sarebbero andati via.

Sono rimasto molto male, ma ho pensato che fosse un atto di amicizia, ma io non avevo assistito ad alcuna minaccia. Oggi con tristezza assisto alla deflagrazione di una bomba mediatica.

Poi il ristoratore rincara la dose e definisce le informazioni diffuse a mezzo stampa ‘aggressioni mediatiche proditorie’:

Le certezze: nel mio ristorante hanno cenato insieme con altri gli onorevoli Di Maio e Di Battista e il signor Grillo, non ho assistito ad alcun alterco.

Le certezze: i tre giornalisti hanno lasciato il mio locale prima si ordinare.

Le tristezze: le aggressioni mediatiche proditorie. Pensavo che la scelta dei tre giornalisti fosse atto di generosità e non per creare caso. Spero che il clima in questo nostro Paese cambi presto, perché odio e inganno non generano bei figli. Spero che tutto sia nato da un equivoco e per questo invito i giornalisti, il signor Grillo e gli onorevoli Di Maio, Di Battista e Cancelleri. Ceniamo insieme con i buoni cibi siciliani e brindiamo insieme alla salute dei siciliani e di tutte le persone di buona volontà.

Una nota a cui ha dato eco anche il Movimento 5 Stelle Sicilia che:

“Ringrazia Gigi Mangia per aver detto la verità e invita gli autori dei citati articoli di stampa, ad evitare di tirare in mezzo, per finalità poco chiare, un ristoratore che con puntualità e abnegazione prova a fare impresa nella sua terra”.