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Di Maio: “Sotto al 40% faremo appello, governo con chi ci sta”

Il candidato premier M5S, Luigi Di Maio, parla ai microfoni di Circo Massimo, Radio Capital in merito a ciò che potrà succedere in seguito alle elezioni del 2018 e accenna ad eventuali manovre di governo.

“Se alle elezioni dovessimo ottenere il 40% potremmo governare da soli, se non dovessimo farcela la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta”.

Alla domanda:

“Un Gentiloni bis, anche solo per permettere la campagna elettorale?”

Spiega:

“E’ uno schema che mi terrorizza. So perché Berlusconi dice che deve restare Gentiloni, perché loro si sentono tutti garantiti, soprattutto in questo momento di scandalo sulle banche. A Capo della commissione banche ci hanno messo Casini e Brunetta, due uomini sostanzialmente vicini a Berlusconi e al centrosinistra. Finché gli italiani decideranno di votare per loro ci ritroveremo sempre questo mondo unico di vecchi partiti che prova a proteggersi. Meno voti prenderemo più ci sarà instabilità e si tornerà a votare, più voti prenderemo noi più ci sarà la possibilità di fare un governo”.

Dal canto suo, il segretario Pd Matteo Renzi, in un’intervista in apertura del Corriere della Sera di oggi, ammette:

“Da maggio ad oggi il Pd ha perso quasi sette punti; è evidente che il mio consenso personale non è più quello del 2014”.

ma non molla:

“Il miracolo di questi anni è stato reso possibile dal Pd: siamo una squadra forte”.

E non si pente della Commissione Banche:

“La rifarei domattina”. 

Sulla Boschi, dice:

“La mia opinione è che si debba candidare”.

Maria Elena Boschi in un’intervista al Messaggero torna a parlare della Commissione Banche e attacca Vegas:

“Vogliono far credere che il problema delle banche sia io. Ma è una strumentalizzazione tanto meschina quanto evidente. Sono un volto facile da colpire. Ma dopo due anni di ricerca ossessiva nessuno ha potuto smentire ciò che dissi in Parlamento sulle banche. E nessuno parla più di pressioni o favoritismi”.

Si dice disponibile per eventuali audizioni indette dall’opposizione e in merito alla sua candidatura replica:

“Sarà il Pd a decidere se e dove candidarmi. Il governo a guida Pd ha penalizzato la mia famiglia, non l’ha aiutata”.

Sul presidente della Consob, afferma:

“I ricordi di Vegas mi sono sembrati stranamente selettivi. Non cancello spesso gli sms. Ne ho quindi molti in memoria, anche con altri esponenti del mondo del credito e del giornalismo. Non solo quelli con Vegas. Dal momento che mi sembrò insolita la richiesta di vederci a casa sua alle 8 del mattino, chiesi che l’incontro si svolgesse al ministero o in Consob. Non sta a me dire perché Vegas lo propose, certo io non accettai. Quanto alla serietà istituzionale di Vegas ricordo che già indicato come capo dell’Autorità di vigilanza partecipò al voto di fiducia al governo Berlusconi. E non aggiungo altro”.