Potrebbe aggiungersi un nuovo capitolo alla vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 e di cui non si è più avuto notizie.
Stando ai documenti pubblicati oggi su Repubblica infatti, in quel lontano 1983, il Vaticano avrebbe tirato fuori ben 483 milioni di lire per far fronte all’allontanamento della Orlandi da Città del Vaticano.
Il dossier pubblicato oggi su Repubblica, è il cuore del libro Gli Impostori, l’inchiesta condotta da Emiliano Fittipaldi e, sintetizza –come spiega lo stesso autore-
gli esborsi sostenuti dal Vaticano dal 1983 al 1997.
Oltre 483 milioni di lire spesi dal Vaticano per l’allontanamento della Orlandi.
L’articolo gira intorno agli interrogativi che l’autore si pone circa la autenticità di un carteggio che circola nella Santa Sede da circa 3 anni.
“Si tratta di una lettera datata marzo ’98, scritta al computer o, forse, con una telescrivente, ed è inviata dal cardinale Lorenzo Antonetti, allora capo dell’Apsa ai monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran. La lettera sembra, o vuole sembrare, un documento di accompagnamento a una serie di fatture e materiali allegati di quasi duecento pagine che comproverebbero alla segreteria di Stato le spese sostenute per Emanuela Orlandi in un arco di tempo che va dal 1983 al 1997. Delineano scenari nuovi e oscuri su una vicenda di cui si è scritto e ipotizzato molto e su cui il Vaticano ha sempre negato di avere informazioni ulteriori rispetto a quanto raccontato e condiviso con i giudici italiani che hanno investigato in questi ultimi trentaquattro anni“.
Mentre Pietro Olrandi, fratello di Emanuela, scrive sulla sua pagina facebook
“il muro sta crollando”
la Santa Sede definisce “falsa e ridicola” la documentazione pubblicata da Fittipaldi.
“Non ho mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi, non ho mai ricevuto alcuna rendicontazione“
ha affermato in mattinata Cardinale Giovanni Battista Re che ai tempi della scomparsa della Orlandi ere Assessore agli Affari Generali e quindi, il numero tre della Terza loggia.
In ogni caso resta una certezza: Il documento, esce dal Vaticano. Anche se non protocollato e privo di firma del suo estensore.