“Siamo più famosi noi di Luigi Di Maio: per espellerci, hanno partecipato al voto in 43mila persone. Alle primarie per Di Maio candidato premier, in 37mila”.
Il commento provocatorio dei senatori Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella, espulsi dal MoVimento nel febbraio 2014, alle primarie online per candidato premier M5S. Il riferimento è alla votazione che decretò la loro uscita dal Movimento. All’epoca, infatti l’affluenza al voto fu nettamente superiore a quella dei giorni scorsi: una differenza di ben 6mila persone. Luigi Di Maio è stato scelto candidato premier del M5S con poco meno di 31mila preferenze, su una base di 150mila iscritti.
“Di Maio è un bluff“
Ha dichiarato Bocchino, che ha aggiunto “le decisioni vengono sempre prese dall’alto e questo passaggio di consegne da Grillo, più volte annunciato, non avverrà”.
“Hanno cambiato regole tante volte”
Ancora Bocchino, ma sostenuto da Campanella che ha dichiarato: “Lo faranno anche per la regola dei due mandati”. “Così come rivedranno la questione del 51% e delle alleanze. Peraltro, chi predica la soglia del 51% per me predica il fascismo”, ha proseguito il senatore Bocchino.
Il vice presidente della Camera è “giovane, rassicurante, si esprime in maniera chiara. Dal punto di vista mediatico è perfetto. Di Battista andrebbe a rappresentare un altro target. Taverna pure”, il giudizio finale di Campanella su Di Maio.