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Firenze, domiciliari per 7 professori universitari: “Sistematici accordi corruttivi”

Il mondo universitario è scosso dalla notizia rimbalzata stamane da Firenze.

“Sistematici accordi corruttivi tra professori di diritto tributario finalizzati a rilasciare le abilitazioni all’insegnamento secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi”.
Sulla base di questi capi d’accusa, la Guardia di Finanza ha eseguito una maxi operazione che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 59 persone, tra docenti e componenti di commissioni ministeriali.

7 docenti universitari sono finiti agli arresti domiciliari, 22 sono stati interdetti dall’attività per 12 mesi.

 

I sette arrestati finiti Fabrizio Amatucci, docente alla Federico II di Napoli, Giuseppe Maria Cipolla (Università di Cassino), Adriano di Pietro (Università di Bologna), Alessandro Giovannini (Università di Siena), Valerio Ficari (Università di Roma 2), Giuseppe Zizzo (Università Carlo Cattaneo di Castellanza, Varese), Guglielmo Fransoni (Università di Foggia). Nel registro degli indagati ci sono anche l’ex ministro Augusto Fantozzi (su cui il gip deciderà se applicare l’interdizione solo dopo l’interrogatorio come prevede il codice), e Roberto Cordeiro Guerra, ordinario di diritto tributario a Firenze, che invece è stato interdetto. Interdetti anche, secondo quanto riporta La Repubblica, sono Massimo BasilavecchiaMauro Beghin,Pietro BoriaAndrea Carinci, Andrea Colli VignarelliGiangiacomo D’Angelo, Lorenzo Del Federico, Eugenio Della Valle, Maria Cecilia Fregni, Marco Greggi, Giuseppe Marino, Daniela Mazzagreco, Francesco Padovani, Maria Concetta Parlato, Paolo Puri, Livia Salvini, Salvatore Sammartino, Pietro Selicato, Thomas Tassani, Loris Tosi,Francesco Tundo.

Indagato anche l’ex ministro Augusto Fantozzi.

“Il professore è completamente e indubitabilmente estraneo ai fatti in contestazione in primo luogo perché era già andato in pensione all’epoca degli avvenimenti oggetto di indagine. La sua integrità è altresì testimoniata da una limpida e unanimemente apprezzata carriera accademica”, ha affermato l’avvocato Antonio D’Avirro, difensore di Fantozzi. “Il professore – prosegue l’avvocato – sarà lieto di fornire tutti i chiarimenti necessari nell’incontro con  i magistrati, che auspica possa avvenire il prima possibile”.

Tutto nasce dal tentativo di alcuni di docenti di convincere un ricercatore a ritirare la propria domanda, allo scopo di favorire un altro ricercatore, con un curriculum decisamente inferiore.
E’ stato il ricercatore universitario a far partire l’inchiesta con la sua denuncia. I vincitori del concorso nazionale venivano scelti con una “chiamata alle armi” tra i componenti della commissione giudicante, e non in base a criteri di merito.