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Frattamaggiore. Parla l’ex ras dei Moccia: “Gestivo l’usura e gli espropri in città”

Frattamaggiore– Parla l’ex ras del clan Moccia: Gestivo l’usura e gli espropri

Gli afragolesi, intendendosi per essi i membri di una delle più longeve e potenti organizzazioni camorristiche della Periferia  Nord di Napoli, quali i Moccia, negli anni successivi alla cruenta guerra contro la NCO di Raffaele Cutolo, hanno cambiato palle e delocalizzanto i propri  centri di interesse.

Un’evoluzione ben congeniata che ha portato i ras della cosca  dalle strade della Periferia ai salotti di potere.

Il clan oggi, oltre agli affari milionari fuori Regione  –stando alle dichiarazioni dei collaboratori di Giustizia– starebbe puntando all’acquisizione di determinati terreni agricoli, salvo poi cambiarne destinazione per far lievitare i prezzi degli espropri.

Stando a quanto dichiarato da Rocco D’Angelo, ex  affiliato del clan Moccia ed oggi collaboratore di giustizia, l’organizzazione afragolese avrebbe “appaltato” la gestione dei “traffici minori” a piccole organizzazioni satellite, dedicandosi in prima persona a business più redditizi.

Le estorsioni –dichiara D’Angelo– erano affidate a me e ad altri due. Noi tre eravamo autorizzati dal clan a dividerci i proventi delle estorsioni di piccolo importo. Ad incassare i proventi delle estorsioni più grandi invece, erano altri due. Io percepivo uno stipendio di 1.500 euro al mese –continua D’Angelo– il mio capo, si premurò di farmi avere la gestione di tre Paesi: Frattamaggiore, Cardito e Carditello, vista l’assenza sul territorio di Cennamo Antonio –alias Tanuccio ‘o Malommo ex boss di Crispano deceduto per cause naturali- e Pellino Modestino. I settori in cui operavano erano diversi. Noi ci occupavamo di estorsioni, espropriazione di terreni, usura e riciclaggio.